Emergenza abitativa: 2200 famiglie in attesa di un alloggio popolare


Un consiglio comunale dedicato all’emergenza abitativa. E’ quello che si è svolto giovedì sera a Rimini. Tra gli interventi quelli degli assessori Valentina Ridolfi e Kristian Gianfreda. Tra i temi evidenziati dalla Ridolfi il fatto che in Italia “le case da bene primario siano diventate fattore di investimento e la digitalizzazione delle piattaforme per le locazioni brevi. Lo spazio delle città resta la stesso ma si sottraggono appartamenti ai residenti per affidarli ai turisti o per non utilizzarli affatto. “Rimini ha subito meno la gentrificazione del centro storico, abbiamo un’ampia offerta alberghiera che consente di limitare la distorsione degli affitti brevi; ma è un fenomeno che esiste e che sta attaccando la possibilità delle giovani coppie, degli anziani soli, di accedere all’abitazione”. Dal canto suo Gianfreda dopo avere analizzato le problematiche che investono l’intero paese si è soffermato sulle risposte che Rimini sta mettendo in campo
La fiscalità. A fronte di un’aliquota ordinaria IMU del 1,04%, si è previsto di ridurre allo 0,57% quella per le abitazioni affittate a canone concordato e allo 0,29% quelle rientranti nel “Patto per la casa”. Questa scelta ha generato una minore entrata pari a 1,3 milioni di euro. In caso di locazione turistica delle abitazioni viene applicata l’aliquota IMU massima consentita, pari al 1,06%.
Patto per la casa. E’ costituita in convenzione con Acer Rimini un’ Agenzia per la locazione finalizzata alla attivazione di nuovi contratti a canone concordato rivolto ad alloggi non affittati da almeno 12 mesi a canone concordato. Accanto al beneficio fiscale a favore del proprietario, si aggiunge un contributo fino al massimo di 6.000 euro (per attività inerenti al contratto, manutenzioni straordinarie ed eventuale ripristino dell’immobile). Parimenti è prevista la copertura fino al massimo di 5.000 euro per dolo, morosità e spese legali. Possono accedere al Patto, inquilini che presentino un Isee compreso tra 9.360,00 euro e 35.000,00 euro. I medesimi posso ricevere un contributo fino al massimo di 2000 euro annui a compensazione di un eventuale rapporto “sfavorevole” tra reddito familiare netto e canone di affitto.