Dossier Antigone: lo stato delle carceri in Emilia-Romagna


L’Associzione Antigone, da anni impegnata nel monitorare lo stato delle carcere del territorio nazionale, ha inviato il dossier che restituisce la fotografia dello stato attuale dei dieci istituti penitenziari per adulti presenti in regione e dell’istituto per minorenni di Bologna.
L’incremento generale delle persone detenute nell’anno 2024 (da 3572 a 3820, dati ufficiali del Ministero della Giustizia al 31 dicembre 2024) sfiora il 7%, portando la regione Emilia Romagna a un tasso di affollamento che rasenta il 128%, contro il 120,5% del tasso nazionale. Gli istituti più sovraffollati sono Bologna (171%), Ferrara (162%) e Modena (153%), mentre altri istituti si collocano al di sotto della capienza regolamentare (Piacenza, Reggio Emilia, Forlì, Ravenna).
“Con questo report – si legge nel comunicato – vogliamo ribadire come le condizioni di detenzione non dipendono solo dal numero di persone ristrette, ma anche da come e dove queste siano detenute. Al sovraffollamento, che rimane un elemento cruciale di analisi, si aggiungono altri fattori che incidono gravemente sulla qualità della vita in carcere e sulla salute psico-fisica delle persone ivi ristrette, quali: strutture a volte fatiscenti, carenza di attività e di personale, maggiori chiusure delle sezioni, e più isolamento.
In questo contesto si inserisce il drammatico dato sulle morti e i suicidi in carcere. In regione, nel 2024, si sono tolte la vita 9 persone; dal 31 dicembre ad oggi, in poco più di due mesi, sono 8 i decessi già registrati nelle nostre carceri. L’ultima morte è avvenuta solo pochi giorni fa nell’istituto bolognese. Sono innumerevoli i fattori di rischio presenti all’interno degli istituti penitenziari italiani. L’elevato tasso di suicidi cui stiamo assistendo – mai così elevato – ci deve mettere in guardia rispetto all’estrema afflizione e sofferenza prodotta dal carcere. Modi della pena che, oltre a non rispettare i criteri di dignità sanciti dalla Costituzione, finiscono per favorire la recidiva piuttosto che abbatterla”.
Riguardo alla situazione della casa circondariale di Rimini, con 152 ristretti (per il 53% stranieri) su una capienza regolamentare di 118 e tollerabile di 165, si presenta relativamente sovraffollata con la previsione di ulteriore pressione di ingresso nella stagione estiva.
Ad eccezione della prima sezione, in condizioni pessime, per la quale ancora si attende la ristrutturazione, gli spazi si presentano decorosi e puliti. Da segnalare la differente configurazione architettonica delle diverse sezioni detentive che si caratterizzano per spazi dedicati alla socialità molto difformi. Anche i lavori di ristrutturazione previsti per l’allargamento dell’area trattamentale risultano al momento sospesi. Il clima generale appare relativamente disteso e buone sono le relazioni tra i diversi operatori.
L’offerta trattamentale risulta consistente, così come numerose sono le attività garantite dal volontariato e dalle sinergie con l’amministrazione comunale. La direzione riferisce di un’istanza di estensione della copertura medica alle 24h. In ambito sanitario si segnala la mancata sostituzione della figura cruciale dello psichiatra dalla fine dello scorso anno.