L’esclusione delle imprese con potenza inferiore ai 16,5 kW dai benefici del DL Bollette rischia di costare caro alle piccole attività del commercio, del turismo e dei servizi, dove quasi 1,2 milioni di imprese rimarrebbero escluse da ogni sostegno. Ieri Confesercenti ha partecipato all’audizione della commissione Attività produttive della Camera sul provvedimento. Alle condizioni attuali – sottolinea Fabrizio Vagnini, presidente Confesercenti provinciale Rimini -, queste imprese si avviano a sostenere quest’anno un aggravio medio di 2.400 euro per le forniture energetiche”.
In totale in Italia il peso ulteriore per le imprese sarebbe 2,8 miliardi: commercio al dettaglio e all’ingrosso: 1.320 milioni di euro; ristorazione: 192 milioni di euro; informazione e comunicazione: 120 milioni di euro; attività professionali: 960 milioni di euro; noleggio, agenzie di viaggio, e servizi alle imprese: 240 milioni di euro. La decisione di concentrare i benefici alle attività economiche più energivore mette infatti in particolare difficoltà le imprese meno strutturate e quindi più vulnerabili alle condizioni di mercato attuali.
“È dunque urgente abbassare la soglia a 4,5 kW – afferma Vagnini – per includere una maggiore percentuale di piccole attività, come già avvenuto in passato, per offrire un vero sostegno alle piccole imprese e garantire un supporto equo e adeguato a tutto il settore terziario. Inoltre, riteniamo che l’azzeramento temporaneo della componente ASOS per un semestre e le altre misure adottate possano essere insufficienti per garantire un sollievo duraturo. Serve un impegno più strutturato e a lungo termine per affrontare il problema dei costi energetici in modo efficace. Anche l’adozione di misure per monitorare i costi energetici attraverso il trasferimento dei dati relativi ai codici ATECO al sistema informativo integrato è un passo positivo, ma è fondamentale che le informazioni siano trasparenti e accessibili a tutte le imprese”.