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Dassilva smentisce la Bianchi e si professa innocente

il gip di Rimini, Vinicio Cantarini, al suo arrivo in carcere (foto Migliorini)

Quasi sei ore di faccia a faccia tra Louis Dassilva e il gip di Rimini, Vinicio Cantarini, chiamato ad esprimersi sulla richiesta di scarcerazione del senegalese. Un lungo confronto a cui hanno partecipato anche il pubblico ministero, Daniele Paci, e i difensori dell’indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi. Dassilva è rimasto fermo su quanto dichiarato finora: lui con il delitto della 78enne non c’entra nulla. La mattina del 4 ottobre non è mai sceso nei garage di via del Ciclamino prima che Manuela Bianchi suonasse alla sua porta per chiedergli aiuto, smentendo così l’ultima versione data dalla nuora della Paganelli.

Anche la sera del delitto è stata oggetto delle domande del gip, ma anche in questo caso il senegalese non ha mai cambiato versione, spiegando di non essere uscito dal proprio appartamento dopo le 20. Mercoledì o al massimo entro la fine della settimana il giudice per le indagini preliminari dovrà motivare la sua decisione, che potrebbe mettere fine alla detenzione di Dassilva dopo otto mesi trascorsi ai Casetti.

Dal canto suo la Procura è ancora fermamente convinta che ad uccidere la Paganelli sia stato proprio il senegalese. Troppi gli indizi a suo carico per mutare il quadro accusatorio, nonostante sia venuto a mancare un tassello importante come quello della Cam3. Per gli inquirenti, poi, l’ultima versione rilasciata dalla Bianchi su quanto accaduto la mattina del ritrovamento del cadavere della 78enne rafforzerebbe la tesi accusatoria: “Non avrei mai pensato – ha detto la Bianchi in sede di interrogatorio – che Louis potesse fare una cosa del genere a mia suocera”.

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