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Concessioni e indennizzi, Salvini incontra i balneari. Decreto entro fine mese

l'incontro di oggi

Superare il principio degli indennizzi solo per gli investimenti non ammortizzati degli ultimi cinque anni e arrivare invece a garantire una “equa remunerazione” legata al valore commerciale e complessivo dell’impresa. Difendendo il diritto, come Stato sovrano, a scrivere un regolamento che non sia dettato dall’Europa. Il ministro Salvini ha ribadito oggi ai balneari l’impegno già espresso, con qualche perplessità in altre forze politiche, nei giorni scorsi.

Matteo Salvini ha riunito il “tavolo consultivo in materia di concessioni demaniali marittime” per un confronto sui contenuti dell’emanando decreto interministeriale indennizzi che, concertato tra Mit e Mef, in attuazione del dl infrazioni n.131 2024, entro il 31 marzo dovrà disciplinare gli indennizzi da corrispondere ai concessionari balneari uscenti sulla scorta di una mediazione normativa con l’UE (DG Growth) e riguardante il controverso tema degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati ed inoltre l’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni.
Nel decreto, ha spiegato il ministro dovrà essere adeguatamente considerata la diversa incidenza di investimenti fatti differentemente in opere amovibili od inamovibili.
Il decreto dovrà contenere auspicabilmente anche l’eventuale riconoscimento dell”avviamento aziendale per i concessionari uscenti senza trascurare l’incidenza del trasferimento del rischio d’impresa ai concessionari che vinceranno i bandi.
Da ultimo il decreto dovrà contenere la determinazione ultimativa dell’entità dei canoni demaniali anche in assenza di una disciplina di allineamento determinata.
Presente, tra le varie e variegate delegazioni invitate all’incontro anche Confartigianato Imprese Demaniali con il presidente Mauro Vanni.
Presenti anche rappresentanze delle Regioni e dell’ANCI.
Il Vicepreside vicario di ANCI Salvetti ha richiesto al ministro che la normativa in predicato si presti il meno possibile all’interpretabilità e che sia ispirata alla compartecipazione e dove vengano date indicazioni chiare anche sulle modalità di svolgimento delle gare.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Scajola in rappresentanza delle regioni e cioè non creare troppe differenze territoriali. Ad avviso di Scajola una quota del canone regionale può continuare ad essere riversata ai comuni per i ripascimenti.

Il tavolo si ritroverà il 20 marzo per una sintesi delle varie posizioni esposte nell’incontro e raccolte anche in memorie successive, per poi proseguire nella trattativa con l’UE cui seguirà l’emanazione del decreto indennizzi entro il 31 marzo.

“Confidiamo molto sulle previsioni del decreto indennizzi – afferma Vanni – A nostro avviso è necessario rivalutare concretamente gli investimenti fatti dagli operatori balneari uscenti, non bastano gli ultimi 5 anni.
Occorre considerare adeguatamente negli indennizzi anche il valore d’impresa ed inoltre, la quantificazione dell’indennizzo, deve essere determinata con precisione.
il lavoro di decenni di famiglie che hanno dedicato la loro vita alle attività di gestione di stabilimento balneare deve essere adeguatamente valorizzato e adeguatamente garantito.
Vanni inoltre evidenzia come sia necessario che il Governo intervenga, modificandola nel merito, sull’ordinanza del Comando generale delle Capitare di Porto e relativa alla tematica dell’estensione del periodo di garanzia del servizio di salvamento, estesa obbligatoriamente a tutto il periodo di durata della stagione balneare da aprile ad ottobre. Tale previsione va modificata nel senso della limitazione del servizio al reale utilizzo della fruibilità balneare”.

Commenta il parlamentare della Lega Jacopo Morrone: “Bene il ministro Matteo Salvini che con la concretezza e il buonsenso che lo contraddistinguono non abbandona la battaglia giustamente intrapresa dagli operatori balneari italiani in particolare sul tema dell’indennizzo, che dovrebbe corrispondere all’effettivo valore dell’azienda da cedere. La Lega non si è mai tirata indietro dalla battaglia a favore del settore del turismo costiero italiano: l’auspicio è che anche in ambito UE, dove il nostro Paese ha un ruolo importante, si trovino spazi per un confronto positivo che tenga conto delle peculiarità del nostro modello turistico balneare per non penalizzare soprattutto quelle piccole imprese famigliari che rappresentano l’asse portante dell’economia in molte regioni italiane e che da sempre garantiscono servizi di alta qualità”.

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