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Colonie in commissione consiliare: ex Enel vicina a demolizione

il progetto per ex colonia Enel

In seconda commissione consigliare a Rimini oggi (21 marzo)  si è parlato di colonie. Sembra sempre più vicina la riqualificazione dell’ex colonia Enel, con la demolizione in autunno 2025 e la struttura nuova già pronta per l’estate 2026.

Sembra essere piuttosto vicina la riqualificazione della ex Colonia Enel: nel Piano Triennale 2025/2027 sono già stati stanziati 4 milioni per finanziare la prima fase d’intervento, ovvero la sua demolizione. I lavori dovrebbero iniziare nell’autunno 2025/inverno 2026, restituendo alla comunità uno spazio che ad oggi, come altre colonie dismesse, è un relitto che produce degrado, prima dell’estate 2026. Dopo che l’Amministrazione Comunale ne avrà acquisito la completa disponibilità (attualmente è in parte proprietà di privati), già a fine Aprile si dovrebbe arrivare all’approvazione del nuovo piano dell’arenile e alla procedura espropriativa. La seconda fase del progetto, ovvero la riqualificazione, è già stata candidata al bando regionale per la rigenerazione urbana 2024 richiedendo un contributo di 1.250.000 euro a copertura di metà dell’investimento previsto. L’idea di base del progetto è valorizzare la spiaggia libera d’estate e ospitare eventi e attività durante tutto l’anno con natura, sport, eventi culturali, per cittadini e turisti. Il progetto sarà anche sottoposto ai partecipazione attiva dei cittadini. La bussola che ci muove deve essere non solo lo stare nelle norme ma quanto valore pubblico produciamo – ha detto l’assessora alla pianificazione del territorio Valentina Ridolfi intervenuta in commissione – Contiamo anche sul supporto della Regione soprattutto nell’accompagnare i comuni nell’individuazione dei canali di finanziamento”. Uno sguardo alle altre colonie. Sono 15 in tutto nel comune di Rimini: 11 private e 4 pubbliche, di cui 2 del comune. La bolognese a Miramare (struttura del 1934,) aggiudicata all’asta in agosto 2022 e di proprietà di una cordata di imprenditori che avrebbero espresso l’intenzione, per ora solo verbalmente, di recuperarla con una funzione turistica ad alta capacità di spesa. Sulla Novarese, (struttura del 1933) di proprietà di Riminiterme (il Comune di Rimini detiene 82,67% del capitale sociale) oggetto di accordo di programma, è in corso una interlocuzione avanzata col Demanio per sdemanializzare il Talassoterapico in concessione a Rimini Terme fino al 2031.

E’ già in corso una interlocuzione avanzata col Demanio per sdemanializzare il Talassoterapico – sottolinea Ridolfi – su cui contiamo di avere a breve aggiornamenti, per far sì
che l’Amministrazione possa disporre in modo unitario di tutto il comparto. In assenza di sdemanializzazione, l’edificio tornerebbe all’Agenzia del Demanio, alla scadenza della
concessione. Una omogeneità sotto il profilo patrimoniale potrebbe favorire il recupero e lo sviluppo dell’area. Questa operazione dovrà inoltre trovare un senso anche all’interno del Pug –
sottolinea Ridolfi –  nella prospettiva anche di rivedere eventualmente l’accordo di programma”.  L’area è sottoposta  a vincolo paesaggistico ambientale, apposto nel 1995: ciò significa ovviamente più restrizioni anche se anche con la Soprintendenza c’è un confronto fattivo, caso per caso, affinché l’interesse della tutela vada di pari passo con l’interesse di riqualificazione e rigenerazione e che non restino relitti che producono degrado.

In stallo infine la Colonia Murri (del 1912) a Bellariva. Di proprietà comunale, ma su cui insiste un piano particolareggiato approvato nel 2011 che, per effetto delle proroghe di legge, scadrà nel settembre del 2029: un’operazione che ha 50 anni di problematiche alle spalle – ha detto Ridolfi – al momento con remote possibilità di azione a breve termine.

“Quella sulla Murri è un’operazione che ha 50 anni di problematiche alle spalle – aggiunge – rese ancora più complesse dal fatto che l’intero ambito dell’ex colonia comprende, oltre all’area privata in mano alla curatela, un’altra area retrostante all’immobile, di diversa proprietà privata. In questo pluralismo di soggetti proprietari, le possibilità di azione a brevissimo periodo sono evidentemente limitate”.

“Come Amministrazione continueremo a presidiare questo tema che abbraccia pezzi importanti della nostra città e lo faremo in dialogo con il consiglio comunale, nella
consapevolezza della complessità di questioni che, come abbiamo visto, si protraggono da anni in una stratificazione di leggi, competenze e piani – sottolinea l’assessora Valentina Ridolfi – La bussola che ci muove deve essere non solo lo stare nelle norme ma quanto valore pubblico produciamo. Contiamo in questo caso anche sul supporto della Regione Emilia Romagna che
può avere un ruolo importante di coordinamento e soprattutto nell’accompagnare i comuni nell’individuazione degli strumenti e dei canali di finanziamento utili a promuovere la riqualificazione e rigenerazione di questi spazi urbani”.

La situazione delle altre colonie: 

A Miramare, c’è Villa Margherita del 1920, attualmente adibita a residence; Sacro volto, struttura degli anni 1950 di proprietà di un ente religioso; la colonia Bergamasca, del 1949, anch’essa di proprietà di un ente religioso destinata ad attività estive per ragazzi. A Marebello, la Forlivese (1930), di proprietà della Provincia, che ospita l’Istituto Marco Polo e la Stella Maris (1952) oggi casa per ferie di proprietà di un ente religioso. A Bellariva ha sede l’immobile già del Patronato Scolastico, del 1926, che oggi ospita l’Istituto Alberghiero Malatesta.

Ridolfi: “Al momento sono in corso delle interlocuzioni con il curatore fallimentare affinché l’amministrazione possa riacquisire uno spazio che ricade su piazzale Gondar, dove nelle previsioni del piano doveva nascere una rampa di accesso al parcheggio sotterraneo a servizio delle funzioni commerciali, perché si possa intervenire con una sistemazione dell’area”.

A Marina Centro, abbiamo Comasca, di proprietà privata che ospita la scuola Karis, e la De Angelis, anch’essa privata. Nella zona nord sono presenti tre colonie, tutte di proprietà privata: a Viserbella la ‘Latteria Soresinese’ (1926) e la Perugina del 1932 (già demolita); infine, a Torre Pedrera, resta la colonia Fondazione della città dei ragazzi, degli anni 30.

 

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