Calciatori della Riccione Calcio 1926 in campo come arbitri


Il Settore Giovanile e Scolastico della FIGC Emilia-Romagna per il tramite del Presidente del CRER Simone Alberici, con la collaborazione della Delegazione LND di Rimini presieduta da Maurizio Bianchi e la Sezione AIA di Rimini diretta da Mario Guitaldi, ha costruito l’interessante opportunità di un Corso regionale di dirigente arbitro rivolto a dirigenti e a giocatori di Prima Squadra, Juniores e Allievi.
Una bella opportunità che permetterà a calciatori e dirigenti di vestire i panni di arbitro nelle partite di settore giovanile durante i tornei che si sviluppano in alcuni week end o festività e che portano a Riccione e su tutto il territorio tanti partecipanti da tutta Italia e dove spesso si verifica una criticità nel reperimento di arbitri. Un modo intelligente di fare squadra per garantire la possibilità di giocare tante partite ufficiali.
La Riccione Calcio 1926 si è messa in gioco con diversi tesserati tra i quali tre giocatori della Prima Squadra di Mister Bucci ovvero Filippo Tamai, Giovanni Cesarini e Luca Hassler, a cui si sono aggiunti due giocatori della Juniores: Matias Bastianini e Gabriel Clase Santos.
“Dopo aver partecipato al convegno “Educhiamoli nella crescita”, organizzato dal Sassuolo Calcio all’interno del progetto Generazione S che ci ha dato l’opportunità di confrontarci con l’ex arbitro internazionale Daniele Orsato, ci è sembrato naturale aderire e spingere la partecipazione a questo corso – puntualizza Francesco Cesarini, Direttore Generale della Riccione Calcio 1926 –, per tutti i nostri tesserati è una grande opportunità di crescita per diventare consapevoli, attraverso l’esperienza diretta, delle difficoltà del ruolo di arbitro e di come sia naturale la possibilità di cadere in un errore tecnico o di valutazione di un fallo pari a quella di incappare in un goal sbagliato o in un errore difensivo. Siamo convinto – conclude Cesarini – che tutto questo possa contribuire ad un clima di collaborazione e rispetto reciproco tra giocatori e arbitri e quindi ad una maggior cultura sportiva in campo”.