ancora troppi sforamenti
Report 'Mal'Aria di città': la qualità migliora ma a Rimini non abbastanza
In foto: repertorio
di Redazione
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mar 4 feb 2025 12:19 ~ ultimo agg. 14:04
Legambiente ha presentato il nuovo report “Mal’Aria di città 2025” nel giorno di avvio della sua campagna itinerante Città2030, come cambia la mobilità. Rimini deve ridurre ancora del 22% il Pm10 e del 9% il biossido di azoto.
In Emilia-Romagna nel 2024 cinque città su 9 hanno superato i giorni di sforamento del limite di PM10; Modena è la peggiore con 52 sforamenti in un anno, seguita da Piacenza e Rimini a 40, Ferrara a 38 e Ravenna a 37.
Quanto alla media annuale della concentrazione di PM10, c’è un dato positivo, ovvero che nessuna città ha superato i limiti attualmente vigore (40 µg/mc); ma considerando i limiti inseriti nella nuova direttiva approvata a livello comunitario, che entrerà in vigore nel 2030 e che per il PM10 fissa la concentrazione media a 20 µg/mc, solo Forlì rispetterebbe il parametro.
La situazione è migliore per quanto riguarda l’NO2 (biossido di azoto), inquinate principalmente dovuto al trasporto su strada; nessun capoluogo di regione ha sforato i giorni di limite e il confronto con i nuovi valori richiesti dalla direttiva comunitaria (20 µg/mc) vede solo due città, Modena e Rimini, con necessità di interventi correttivi.
Per uscire dall’emergenza smog – evidenzia Legambiente – servono politiche strutturali che incidano tutti i settori corresponsabili dell’inquinamento. Le priorità sono:
- Ripensare la mobilità urbana, mettendo le persone al centro: da un lato potenziare con forza il trasporto pubblico che deve essere convertito con soli mezzi elettrici entro il 2030, dall’altro avviare uno stop progressivo ma anche incisivo ai veicoli più inquinanti nei centri urbani, creando una rete diffusa di aree pedonali e percorsi ciclopedonali, perseguendo il modello della “città dei 15 minuti”, creando Low Emission Zones e usando politiche come Città30, già attivata con successo a Bologna, Olbia e Treviso.
- Accelerare la riconversione degli impianti di riscaldamento, mappando quelli esistenti e programmando l’abbandono progressivo delle caldaie a gasolio, carbone e metano in favore di sistemi come le pompe di calore a gas refrigeranti naturali;
- Intervenire sul settore agrozootecnico, specialmente nel bacino padano dove le condizioni geografiche e meteorologiche favoriscono l’accumulo di inquinanti, riducendo gli allevamenti intensivi e le conseguenti emissioni di metano e ammoniaca attraverso l’implementazione di buone pratiche come la copertura delle vasche e il controllo degli spandimenti;
- Integrare le politiche su clima, energia e qualità dell’aria, considerando anche il ruolo del metano nella formazione dell’ozono troposferico.
Anche quest’anno, Legambiente rilancia la petizione online “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!”, chiedendo al Governo interventi urgenti per contrastare l’inquinamento atmosferico, a partire da nuove misure per la mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada.
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