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Negozi sempre più in crisi. Confesercenti chiede Fondo per la rigenerazione urbana

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Il processo di desertificazione commerciale dei centri urbani continua senza sosta: nel 2024, per ogni tre negozi che hanno chiuso definitivamente, solo uno ha aperto. A riportare i dati è Confesercenti di Rimini che parla di un trend allarmante che minaccia la vivibilità e la sicurezza delle città e mette in crisi il commercio di prossimità. A rendere ancora più preoccupante il quadro, il dato negativo delle vendite natalizie: nel mese di dicembre si registra un calo in valore del -1,5% rispetto allo stesso mese del 2023 e una flessione del -0,4% sull’intero anno.

La ripresa delle vendite di fine anno ha escluso le piccole superfici – ricorda Confesercenti – lasciando i negozi di vicinato in una situazione di crescente difficoltà. La chiusura delle attività commerciali non è solo un problema economico, ma anche sociale: la progressiva scomparsa dei negozi riduce i servizi disponibili, indebolendo il tessuto urbano e incidendo sulla sicurezza delle città. Sono circa 26 milioni gli italiani, soprattutto nei piccoli centri, che hanno perso l’accesso a una o più attività commerciali di base, dagli alimentari ai bar, dall’abbigliamento ai servizi alla persona.

“Per invertire urgentemente questa tendenza – dice Fabrizio Vagnini, Presidente di Confesercenti Rimini – servono interventi mirati a sostegno delle imprese di vicinato e politiche di rigenerazione urbana. Proponiamo l’introduzione di un regime fiscale agevolato per i servizi di base nei comuni più colpiti dalla desertificazione commerciale. Istituire inoltre un Fondo per la rigenerazione urbana, finanziato in parte dai contributi per la rottamazione delle licenze commerciali e in parte da una addizionale web, un’imposta nazionale sulle vendite effettuate dai grandi operatori internazionali dell’e-commerce. Con un’aliquota dell’1% applicata al fatturato di queste aziende, si potrebbero raccogliere circa 400 milioni di euro, da destinare a iniziative di sostegno al commercio locale. Confesercenti ribadisce l’urgenza di affrontare il problema con misure concrete: il declino del commercio di prossimità non è solo una questione economica, ma una sfida che riguarda l’intera società”.

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