Il 2024 dell’industria romagnola si chiude con un unico segno lievemente negativo, quello delle esportazioni, per mezzo punto percentuale: gli altri indicatori si confermano positivi, seppure in rallentamento. È quanto emerge dalla rilevazione effettuata nel mese di gennaio dal Centro Studi di Confindustria Romagna. Il campione rappresenta i settori di manifattura e servizi, e non comprende il comparto dell’edilizia.
“Nella seconda metà dell’anno scorso abbiamo rilevato in particolare una buona tenuta dell’occupazione e del mercato interno, che compensa la performance appannata dell’export, con parti invertite rispetto a inizio 2024 – riassume il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi – Ora fronteggiamo nuove incognite, prima su tutte l’ombra dei dazi: c’è preoccupazione, ma allo stesso tempo fiducia e speranza per un dialogo tra Unione Europea e Stati Uniti, che per la Romagna rappresentano il terzo mercato di sbocco dopo Francia e Germania in settori chiave come la meccanica, la plastica, l’alimentare e la chimica. La situazione è estremamente fluida e in continuo cambiamento – prosegue Bozzi – penso alla sospensione dei provvedimenti per Canada e Messico, quindi credo ci possa essere spazio per una trattativa”.
I DATI IN ROMAGNA AL 31.12.2024
I dati elaborati relativi alle industrie associate sul territorio romagnolo presentano un quadro sfaccettato della situazione economica locale.
Sebbene i principali indicatori economici siano ancora di segno positivo (produzione +2,2%, fatturato complessivo +2,4% mercato interno +2,5%, fatturato estero -0,5%, occupazione +3,5%) persistono difficoltà e incertezze che mettono alla prova la tenuta di alcuni, mentre altri continuano a registrare performance molto positive.
Gli ordini risultano in aumento per il 44% dei rispondenti, stazionari per il 28% e in diminuzione per il 27%.
Gli ordini esteri sono stazionari per il 58%, in aumento per il 23% e in diminuzione per il 19%.
I dati sul costo delle materie prime rilevano stazionarietà per il 61% del campione, in aumento per il 37% e in diminuzione solo per il 2%.
La giacenza è in aumento per 19% del campione, stazionaria per il 63% e in diminuzione per il 18%.
PREVISIONI I SEMESTRE 2025
Non si evidenzia un calo della fiducia delle imprese associate sugli andamenti economici per i prossimi mesi.
La produzione viene prevista in aumento dal 37% delle imprese rispondenti, stazionaria dal 60% e solo il 3% degli imprenditori prevede una diminuzione.
Per quanto riguarda gli ordini: il 59% delle aziende si attende una stazionarietà, il 30% un aumento e l’11% una diminuzione.
Con riferimento agli ordini esteri: per il 53% saranno stazionari, per il 33% in aumento e per il 14% in diminuzione.
Per quel che riguarda le giacenze, il 57% delle imprese le prevede stazionarie, il 34% in aumento ed il 9% in diminuzione.
Le previsioni sull’occupazione sono stazionarie per il 72% del campione, in crescita per il 18% ed in calo per il 10%.
Le previsioni per l’utilizzo della cassa integrazione nei prossimi mesi risultano da escludersi per il 74,5% dei rispondenti, probabile ma limitata per l’11,2%, poco probabile sempre per l’11,2% e probabile e consistente per il 3,1%.
Le difficoltà di reperimento del personale continua ad essere una problematica molto sentita dalle aziende in tutti i settori, il 33,7% le rileva infatti elevate e molto elevate.