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mamma arrestata

Guida con la patente ritirata e aggredisce gli agenti: "Portavo mio figlio al nido"

In foto: un agente della polizia Locale (repertorio)
un agente della polizia Locale (repertorio)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 19 feb 2025 17:38 ~ ultimo agg. 20 feb 16:44
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Guidava con la patente ritirata e, quando è stata fermata da una pattuglia della polizia Locale dell’Unione dei comuni della Valmarecchia, a qualche centinaio di metri dalla sua abitazione, a Poggio Torriana, è scesa dalla vettura e ha dato in escandescenza. Inizialmente si è rifiutata di mostrare i documenti, poi si è allontanata a piedi verso casa. Quando uno dei due agenti ha cercato di bloccarla, lei lo ha colpito con uno schiaffo. A quel punto è intervenuto il collega, aggredito anche lui con una serie di calci e pugni. Una reazione violenta che il pubblico ufficiale ha cercato di placare utilizzando lo spray al peperoncino.

Neppure lo spray, però, è servito a riportare alla calma la ragazza, che ha continuato a dimenarsi, nonostante il bruciore agli occhi, fino a quando non è riuscita a scavalcare la recinzione di casa e a chiudersi dentro. Dopo aver realizzato probabilmente di aver combinato un bel guaio, è uscita spontaneamente e si è consegnata agli agenti. La giovane arrestata per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni (entrambi hanno riportato una prognosi di 7 giorni) è una 27enne sudamericana, mamma di un bimbo di un anno e mezzo. Tempo fa le era stata ritirata la patente per guida in stato d’ebbrezza e, quando martedì mattina la pattuglia l’ha notata alla guida della sua auto sulla Santarcangiolese, all’altezza di Verucchio, l’ha seguita per un breve tragitto per poi sottoporla a controllo.

Questa mattina, assistita dall’avvocato Giordano Varliero, è comparsa in tribunale per l’udienza di convalida. Il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, ha deciso di rimetterla in libertà senza alcun obbligo. La giovane mamma ha spiegato di aver sbagliato a mettersi alla guida con la patente ritirata, ma di aver avuto necessità di accompagnare il figlio al nido. Ha poi giustificato la resistenza come un tentativo di difesa, essendo stata – a suo dire – spintonata da un agente al momento del controllo. Tutto si chiarirà il prossimo 5 marzo, quando si aprirà il processo che dovrebbe svolgersi col rito abbreviato condizionato all’acquisizione del video del parapiglia che la giovane ha realizzato con il proprio cellulare.