accordo con la Diocesi
Giudizio Universale di Giovanni da Rimini, un progetto per il restauro
In foto: l'opera
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di Redazione
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mar 18 feb 2025 15:14 ~ ultimo agg. 15:19
Un progetto per restaurare e tutelare il Giudizio Universale di Giovanni da Rimini, il grande affresco trecentesco originariamente situato nella Chiesa di Sant’Agostino, poi strappato e montato su tela a fini conservativi a inizio del Novecento. Di proprietà della Diocesi di Rimini, l’opera dopo essere stata esposta ai Palazzi dell’Arte, è tornata dallo scorso anno al Museo della Città, nell’ambito del riallestimento dei percorsi espositivi del complesso di via Tonini. Con l’approvazione da parte della Giunta comunale dell’accordo con la Diocesi, c’è l’avvio formale del percorso che porterà al restauro e alla valorizzazione del timpano del Giudizio Universale.
L’apertura del nuovo percorso espositivo dell’ala nord-ovest del Museo della Città con il ricollocamento del Giudizio Universale – spiega l’Amministrazione Comunale – è stata l’occasione per avviare una riflessione sulla salvaguardia dell’opera. La possibilità di eseguire controlli visivi ravvicinati ha reso evidente la necessità di un intervento conservativo che ponga rimedio alle problematiche legate al naturale invecchiamento in particolare nei supporti e nei sistemi di montaggio dello ‘strappo’ realizzato da Giovanni Nave tra il 1916 e 1926, intervento grazie a cui si deve la possibilità di poter ammirare ancora oggi l’opera. Queste problematiche si uniscono alla naturale alterazione degli interventi di integrazione pittorica legata al passare del tempo.
L’Amministrazione ha condiviso con la Diocesi la necessità di procedere con un lavoro di restauro per tutelare il capolavoro, ma l’obiettivo comune è anche quello di trasformare l’atto “tecnico” del restauro in una grande occasione di condivisione pubblica, valutando con la Soprintendenza le modalità e le azioni per far conoscere al pubblico le fasi del recupero, documentandole, costruendo attività didattiche e divulgative dedicate.
L’atto approvato ieri dalla Giunta rappresenta il primo step di questo percorso. La sottoscrizione del primo protocollo d’intesa impegna Comune e Diocesi nella definizione di una strategia operativa per la scelta del progetto di restauro del timpano che preveda prima di tutto l’analisi dello stato di conservazione dell’opera e la definizione delle necessità conservative. Saranno poi individuati i laboratori specializzati che possano eseguire l’intervento, valutando la qualità scientifica e la sostenibilità delle proposte, che saranno vagliati e guidati dalla Soprintendenza. In parallelo saranno attivate strategie di fundraising per la copertura dei costi di restauro e valorizzazione. Una volta selezionato il progetto di restauro, Comune e Diocesi sottoscriveranno un secondo accordo che ne disciplini l’attuazione e le modalità di finanziamento, nonché il piano operativo per il cantiere e la valorizzazione dell’opera.
Il consulente scientifico del progetto è Giovanni Sassu che si relazionerà, per ogni sviluppo procedurale dell’intervento di restauro, con l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Rimini.
“Quella che andremo a realizzare insieme alla Diocesi e sotto l’egida in ogni passaggio della competente Soprintendenza, non sarà solo una straordinaria operazione di recupero di un’opera tra le più preziose del nostro patrimonio artistico – sottolinea l’assessore alla Cultura Michele Lari – Sarà anche e soprattutto l’occasione per valorizzare questo capolavoro dal punto di vista storico, artistico e religioso, attraverso un coinvolgimento reale della città, vivendo insieme questa eccezionale opportunità di studio e conoscenza. Il racconto, insomma, di un ritorno a casa e della rinascita dopo un secolo di un capolavoro identitario per Rimini e per la sua storia millenaria. Un’apertura alla città simbolo anche del nuovo corso intrapreso dal Museo della Città e iniziato con il riallestimento dei percorsi espositivi e che ha tra gli obiettivi quello di far sì che la comunità riscopra e si appropri dei suoi spazi museali. Come già anticipato, il recupero del Giudizio non sarà il solo importante intervento di restauro su cui saremo impegnati: a fine marzo infatti partirà anche il percorso che porterà alla valorizzazione della Pietà di Giovanni Bellini, altra eccellenza del nostro patrimonio artistico, con l’avvio della prima fase autorizzata dalla Soprintendenza e che prevede indagini preliminari diagnostiche utili alla redazione di un progetto di restauro. Dunque una nuova stagione per proseguire nella valorizzazione dei nostri tesori, che sono patrimonio di tutti”.
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