Il Sole 24 Ore di oggi pubblica una rilevazione sul disagio sociale tra la popolazione giovane – tra i 16 e i 24 anni – realizzata So9ndaggi che restituisce una fotografia numerica poco incoraggiante: il 93% dei ragazzi dice di non essere impegnato in politica, il 52% dichiara che se domani ci fossero le elezioni non andrebbe a votare, il 70% ha detto di essersi sentito depresso e senza speranza negli ultimi 12 mesi, con 1 giovane su 5 che ammette di essersi trovato in questa condizione emotiva quasi tutti i giorni, mentre 1 su 2 lo è stato in fasi alterne. A questo si aggiunge il capitolo sulla perdita di interessi, che si concentra prevalentemente nella vita sociale e di relazione (55%) e dei rapporti scolastici e lavorativi (52%).
“Il quadro che emerge – commenta l’assessore alle politiche per la salute del comune di Rimini, Kristian Gianfreda – è quello di un forte senso di smarrimento e di isolamento nei confronti della dimensione comunitaria, che per certi versi, viene vista come qualcosa di aliena e distante dal proprio vissuto, con una progressiva ‘disconnessione’ delle ragazze e dai ragazzi non solo dalla politica, ma anche dal tessuto sociale in cui dovrebbero sentirsi parte attiva.
Una situazione derivante da molteplici fattori, ma una cosa è certa: la salute mentale deve diventare una priorità nell’agenda pubblica. Non può più essere considerata un tema secondario o, peggio, un lusso riservato a privilegiati”.
In questo contesto Gianfreda sottolinea la centralità del Bonus Psicologo, introdotto nel 2022 dal Governo per contrastare gli effetti della pandemia sulla salute mentale.
Tuttavia, il Sole 24 Ore denuncia oggi le enormi criticità del sistema: “valanga di domande, ma poche risorse e ritardi procedurali”, è il titolo. I numeri lo confermano: nel 2022, a fronte di 295.000 richieste, solo 41.000 sono state soddisfatte (appena il 10,5%). Nel 2024, il dato è ancora peggiore: su 400.505 domande, solo 3.325 hanno ricevuto il contributo, ovvero meno dell’1% (0,8%).
“A rendere ancora più critica la situazione è la progressiva fuga dei terapeuti dalla convenzione, dovuta probabilmente, come si legge da più parti, dai ritardi nei pagamenti. Il risultato? Un sistema che dovrebbe offrire aiuto diventa un percorso ad ostacoli, lasciando senza supporto chi ne ha più bisogno. Serve un’accelerazione decisa, non solo sul piano tecnico ma anche culturale. Investire nella salute mentale significa investire nel futuro delle nuove generazioni e della società. Per questo, da tempo, come Comune di Rimini, abbiamo scelto di intervenire direttamente, integrando le risorse nazionali con un contributo locale per ampliare la platea dei beneficiari.
Abbiamo stanziato 110.000 euro per sostenere due percorsi distinti: uno dedicato ai caregiver (70 mila euro) e l’altro agli adolescenti (40 mila euro), con un progetto della durata di 12 mesi rivolto alle famiglie con un reddito ISEE inferiore a 25.000 euro. Le famiglie interessate, in particolare, possono fare domanda di accesso ai contributi presso il Centro per le Famiglie o gli sportelli psicologici nelle scuole. Il contributo è di 60 euro per ogni seduta, per un massimo di 16 incontri”.
Al momento le ragazze e i ragazzi adolescenti in terapia sono 14, ma ci sono ancora posti disponibili.
“Il progetto che abbiamo messo in campo non è una semplice misura assistenziale, ma un segnale forte di attenzione e responsabilità. Perché una comunità che si prende cura del benessere psicologico dei suoi giovani è una comunità che guarda avanti, costruendo le basi per un futuro più sano e inclusivo”.