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Semifinale di ritorno

Coppa Italia Serie C: Rimini-Trapani 3-0, Buscè: "È stata la partita perfetta"

di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 7 minuti
mar 11 feb 2025 22:43 ~ ultimo agg. 12 feb 19:42
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Le dichiarazioni al termine di Rimini-Trapani, semifinale di ritorno della Coppa Italia di Serie C, che ha visto trionfare il Rimini per 3-0 (leggi notizia). I biancorossi in finale affronteranno la vincente dell’altra semifinale, tra Caldiero Terme e Giana Erminio (la gara di ritorno è in programma domani, mercoledì, sera alle 20:30).

Vincenzo Torrente, allenatore del F.C. Trapani 1905. “Nel primo tempo abbiamo sofferto la loro qualità nel palleggio, l’ampiezza; uscivamo male, una volta riconquistata palla poi non riuscivamo a gestirla, anzi l’abbiamo regalata tante volte al Rimini. Ho provato a cambiare qualcosa, forse nel secondo tempo meglio, un po’ più equilibrata la partita, poi l’episodio è stato determinante: per me una punizione inesistente (il riferimento è a quella trasformata poi nell’1-0 da Cioffi, ndr), al di là poi dei meriti del Rimini che sono tanti. E da lì è cambiata la partita. Poi c’è stata l’espulsione di Malomo, e abbiamo subito altri due gol. Però non mi ero illuso prima, nelle partite che avevamo vinto, e non mi butto giù adesso: c’è bisogno di lavorare e di trovare una condizione fisica migliore di quella che abbiamo, per poi poter scegliere in base alle caratteristiche della squadra anche a livello tattico un vestito giusto”.

In campionato però con lei in panchina la squadra è partita bene, con quattro gol segnati a partita. “Siamo partiti bene, però abbiamo fatto due buone gare, ma c’è ancora, come ho detto prima, da lavorare tanto, perché è una squadra che ha cambiato tre allenatori, con tre metodologie di lavoro, tanti ragazzi sono stati infortunati, qualcuno è arrivato nel mercato di gennaio non in condizione, quindi dobbiamo metterci a posto sia a livello tecnico-tattico che soprattutto fisico. Siamo partiti con idea tattica di 4-3-3, abbiamo fatto due buone gare, ma devo trovare ancora l’equilibrio giusto in base a quello che ho a disposizione”.

Antonio Buscè, allenatore del Rimini F.C. “Sinceramente non l’abbiamo nemmeno preparata più del dovuto perché comunque venivamo da una partita bella tosta con l’Ascoli qualche giorno fa, e quindi non siamo andati neanche in campo a prepararla, come di solito facciamo. Ma queste sono partite che prepari di testa. E la testa dei ragazzi ora è una testa pulita, serena, tranquilla: loro devono giocare a calcio divertendosi, con il lavoro che stiamo facendo da tanti mesi. Quando questi ragazzi fanno queste partite non è una novità nel senso che è da un bel po’ di partite che giocano bene: dal Perugia, l’Ascoli, stasera è stata secondo me la partita perfetta, ma questo è frutto di un lavoro e della dedizione che questi ragazzi mettono in tutte le cose che gli diciamo durante la settimana. Andare ad affrontare un Trapani che tutti sappiamo aver fatto mercato, dal mese di agosto ha cambiato tanti giocatori, tanti allenatori, per noi era motivo d’orgoglio affrontare questa squadra, una squadra forte, ed era motivo d’orgoglio passare il turno per scrivere un po’ di storia per un club, per una città, per i tifosi, ma soprattutto per loro stessi. Questi ragazzi hanno recepito bene il messaggio e hanno fatto poi quello che abbiamo visto tutti stasera. Quindi un elogio a loro perché poi sono loro che vanno in campo: corrono, soffrono, rincorrono, si arrabbiano, sbagliano, si aiutano. Quando poi hai un gruppo, e io lo sottolineo, di questa caratura umana per un allenatore è un valore aggiunto”.

Cos’ha pensato alla fine del primo tempo? È stato un po’ un delitto chiudere un primo tempo così sullo 0-0. “Io sono andato negli spogliatoi e non so se mi abbiano sentito fino a fuori. Non ero contento perché non era giusto. Noi parliamo sempre di cattiveria. Noi ci prepariamo per arrivare nell’area di rigore avversaria perché nessuno deve essere sorpreso se ci arriva la palla-gol. Ed era un peccato perché poi in queste partite tu ti mangi le mani, ne ho vissute parecchie nella mia carriera. Poi valla a raccontare a fine partita: ma, se, però… ti rimane l’amaro in bocca dopo una prestazione del genere. Basta un rimpallo, un calcio piazzato, qualsiasi cosa, ti si ribalta la partita e cambia l’inerzia. Non volevo arrivare ai tempi supplementari, per me la partita durava 90 minuti. È quello che gli ho detto. In effetti dopo sette minuti del secondo tempo ho fatto tre cambi, perché non volevo arrivare ai tempi supplementari: bisognava alzare il ritmo in mezzo al campo, avevo bisogno di gente fresca di gamba, che mi poteva dare soprattutto quei 20-25 metri di gamba importante, su alcune situazioni di ripartenza sapevamo che avremmo potuto fargli del male. È quello che poi hanno fatto i ragazzi che sono subentrati, che sono stati decisivi: Malagrida, Conti, Cioffi, con tutto il lavoro che hanno fatto gli altri: Parigi, la difesa, lo stesso Langella, che è uno di quei giocatori di cui fai tesoro perché anche se sbaglia, come tutti noi, e nonostante la stanchezza, perché ha fatto quasi tutte le partite, dà tanto equilibrio in mezzo al campo. Un elogio va a tutti, potrei fare la lista di tutti quelli che compongono la rosa. Perché poi prima della partita anche gli infortunati, da Cernigoi a Falbo, erano tutti nello spogliatoio a incoraggiare i ragazzi. E per me questo è un segnale forte, forte, forte di un gruppo di una squadra di calcio”.

È stato un po’ il riscatto degli esterni, che si sono dovuti un po’ reinventare? “Noi  sappiamo quello che c’è stato all’inizio del campionato: tanti infortuni, ci siamo rimodellati. Ma la forza del gruppo è proprio questa: questi ragazzi la dedizione che mettono e tutto l’impegno quando fai delle proposte di lavoro, e hanno accettato benissimo quando abbiamo cambiato e ci siamo messi a tre dietro. Perché questi ragazzi hanno voglia di migliorare e di imparare, perché ci sono tanti giovani e io mi auguro che uno di questi giovani che abbiamo nel gruppo possa ambire a palcoscenici più importanti. Sono giovani: 21, 22, 23 anni, e hanno un futuro davanti. Credo che il lavoro che stiamo facendo sia un lavoro molto molto importante, e poi avere anche i “vecchiotti”, passatemi il termine, in un gruppo, che veramente fanno da chioccia a questi ragazzi, dei “vecchiotti” giusti, dei “vecchiotti” sani, ti aiuta. Quando dico che per un allenatore è una fortuna allenare un gruppo così lo dico perché è vero, non perché io voglia fare il ruffiano con i ragazzi. Sono ragazzi intelligenti e capiscono perché io dico questo”.

È una piccola rivincita per lei la partita di questa sera dopo alcune critiche subite nelle scorse settimane, quando il Rimini non riusciva più a vincere? “Non mi cambia la vita la critica perché quando uno è convinto del suo lavoro ed è forte dentro, di carattere e di testa, qualsiasi critica, soprattutto le critiche ingiuste, non cambiano il mio modo di pensare. La critica costruttiva la accetto, è quello che ho fatto poi in questo percorso. Quando dico che sono un novello della categoria è perché lo voglio dire, ma io vedo il calcio da 33 anni, questo è il 33° anno nei professionisti da calciatore e da allenatore, quindi quando io guardo già so un ragazzo come arriva al campo, come si muove in campo, la postura del corpo, perché ne ho passate tante da calciatore e da allenatore. Ho un percorso molto molto importante di dieci anni in un settore giovanile all’avanguardia, ho visto crescere tanti giovani che ora giocano in Champions League, in Serie A, e ho avuto la fortuna da calciatore di giocare con giocatori importanti: i vari Di Natale, Vannucchi, Tavano. Ho fatto vent’anni negli spogliatoi con i grandi e ho avuto la fortuna anche di fare il capitano. Quindi a volte quando io dico determinate cose è perché so che posso dirle, e la critica che arriva giusto per arrivare, che non mi dà nulla, me la faccio scivolare addosso. Quindi non è una rivincita: le rivincite le prendono i presuntuosi, quelli che magari non accettano la parola degli altri. Ognuno è libero di dirmi quello che vuole, ognuno è libero di fare le critiche. Ripeto, poi prendo tutto quello che secondo me mi fa crescere”.

Coppa Italia Serie C, semifinale di ritorno: Rimini-Trapani 3-0, il dopogara

Christian Langella, centrocampista del Rimini F.C., autore del gol del 3-0. “Sicuramente abbiamo fatto un’ottima partita, siamo contenti, ci tenevamo molto ad arrivare in finale dato che l’anno scorso ci eravamo andati vicino, già dal primo tempo abbiamo fatto una gran partita e abbiamo schiacciato il Trapani tutto il primo tempo nella loro metà campo, ci è mancato solo il gol. Siamo contenti”.

Quanto è felice averla chiusa in bellezza con un suo sigillo? “Sicuramente mi rende felice perché c’era tutta la mia famiglia a vedermi, per questo sono contento di avergli regalato questa gioia. Per il resto sì lo cerco, con qualche tiro da fuori. Sono contento che sia arrivato, in campionato avevo preso la traversa e mi era un po’ dispiaciuto. L’importante stasera era vincere, fare una bella partita, poi il gol è la ciliegina”.

Quanto pesa questa vittoria anche per il proseguo del campionato? “Noi, come vuole il mister, pensiamo partita dopo partita. Mancano 12 partite e sono 12 finali per noi. Quindi lavoriamo giorno dopo giorno pensando di partita in partita. Adesso pensiamo alla Spal, poi penseremo alla prossima, poi quando arriverà penseremo alla finale. Noi scendiamo in campo liberi, cercando di divertirci, poi quando fai le partite come stasera è bello. Ci tenevo a salutare mia cugina Teresa, che ci tiene. Tutte le volte mi dimentico in conferenza, stasera mi sono ricordato”.

Lorenzo Malagrida, centrocampista del Rimini F.C., autore del gol del 2-0. “Sicuramente è stata una grande soddisfazione per me, molto importante per la squadra, venivo da un periodo in cui, a inizio anno, sono stato abbastanza male fisicamente, quindi è una grande soddisfazione. Sono molto contento di avere aiutato la squadra”.

Mister Buscè ultimamente la schiera spesso sulla mediana. “È un ruolo che ho già ricoperto in passato. Sto imparando ancora molto, posso migliorare ancora molto in quel ruolo, comunque mi trovo a mio agio”.

Quanto questo traguardo raggiunto (la finale di Coppa Italia) vi dà fiducia, anche pensando al campionato? “Ci dà fiducia, sappiamo che siamo ancora ad un passo dall’obiettivo principale, quindi non ci vogliamo fermare, per adesso ci godiamo questa serata”.

Siete partiti forte sin dai primi minuti. “È stato l’approccio che ritenevamo più giusto: approcciamo quasi sempre le partite in questa maniera aggressiva, come ci chiede il mister. È andata bene, è stata una bella partita, abbiamo fatto bene sia il primo che il secondo tempo. Nonostante qualche minuto di sofferenza alternato abbiamo sempre gestito il pallino del gioco”.

La reputa la migliore partita giocata quest’anno dalla sua squadra? “Non so sia la migliore però è stata una bella partita. Ce ne mancano ancora più di una decina, quindi per adesso siamo contenti così, però possiamo fare sempre meglio”.