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Spazi e socialità all’Istituto Penale Minorile di Bologna. Presentato un libro

E’ stata presentata lunedì mattina (27 gennaio) al Centro di Giustizia Minorile di Bologna la pubblicazione dal titolo REPERTORIO DI IMMAGINI DEGLI SPAZI TRATTAMENTALI DEL CENTRO GIUSTIZIA MINORILE DI BOLOGNA, curata dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con il CGM ed il fotografo Francesco Cocco.

Il volume prosegue un lavoro di documentazione fotografica degli spazi trattamentali degli Istituti di Pena per adulti della regione che l’ufficio del garante regionale ha svolto in questi ultimi anni per documentare e raccontare gli spazi trattamentali di cura, relazione e formazione personale e professionale, che sono fondamentali per il recupero socioeducativo dei reclusi, a maggior ragione se minorenni.

Questa ricca successione di scatti fotografici restituisce in forma artistica il tema degli spazi all’interno di quel peculiare luogo di privazione della libertà personale che è l’Istituto Penale dei Minorenni di Bologna e di altri spazi afferenti al sistema di Giustizia minorile del territorio.

Questo testo rappresenta la chiara intenzione di volere mostrare spazi ai quali, normalmente, la libera società assegna la finalità di isolamento e privazione. Il mondo della giustizia minorile è un’appendice, anche qui in con tinuità, con quello della giustizia per gli adulti. Ma, sia per gli uni che per gli altri, è necessario ripensare al significato della condanna e della pena anche a partire dei contesti di vita e di reclusione – ha dichiarato nella premessa al volume il Garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri – All’interno di questi spazi si consumano le esperienze detentive dei ragazzi che devono avere la sostanza di contenuti educativi, favorendo lo sviluppo della loro personalità. Risulta così evidente quanto anche il profilo architettonico, e gli spazi congrui, possano avere un ruolo decisivo per consentire la pienezza dei percorsi educativi laddove proprio i ragazzi necessitano di spazi adeguati a esprimere la loro personalità”.

Sullo stesso tenore anche la Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna, Claudia Giudici, presente all’incontro. “Le immagini evocano anche le tante voci e i vissuti che abitano questi luoghi che, com’è noto, sono sempre più affollati e per questo sempre meno adeguati alle finalità che sono perseguite al loro interno per la legge. Di fatto – continua Giudici – si tratta di un mondo che immaginato da fuori può rappresentare angoscia e castigo, tuttavia, attraverso le immagini qui raccolte, che mostrano e descrivono le differenti strutture, dalle attrezzature sportive alla scuola, dalla mensa ai vari laboratori, non si vuole certo dar conto di un microcosmo estraneo e parallelo a quello esterno, ma di luoghi dove i giovani detenuti possano (o dovrebbero) vivere con dignità un percorso di rieducazione, prendendone possibilmente coscienza.”

Oltre a Cavalieri e Giudici, erano presenti alla conferenza diverse personalità istituzionali del territorio: il Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, Maurizio Fabbri, la Presidente del tribunale per i minorenni di Bologna, Gabriella Tomai, il Procuratore della Repubblica, presso il tribunale per i minorenni di Bologna, Giuseppe Di Giorgio, l’Assessora al Welfare del Comune di Bologna, Matilde Madrid, il Garante per le persone detenute della Città di Bologna, Antonio Ianniello, il Direttore dell’IPM di Bologna, Alfonso Paggiarino e il Direttore Ufficio Detenuti e Trattamento del PRAP di Bologna, Marco Bonfiglioli.

In un recente sopralluogo compiuto dal Garante dei detenuti del Comune di Bologna, Antonio Ianniello, si è constatata la presenza di 51 ragazzi ospiti dell’IPM a fronte di una capienza regolamentare di 40 (21 i maggiorenni; 29 i ragazzi stranieri di cui una parte assai rilevante sono minori stranieri non accompagnati).

Quando i numeri assumono queste gravi proporzioni – ha dichiarato Ianniello in una nota – si amplifica ogni difficoltà che attiene alla già precaria quotidianità detentiva: risultano così in maniera evidente deteriorate tanto le condizioni detentive in cui i ragazzi sono costretti a vivere quanto le condizioni lavorative in cui opera il vario staff.

Si sta così consolidando l’esacerbazione delle criticità presso la struttura il cui avvio va individuato nell’apertura del secondo piano detentivo negli anni scorsi.”
E proprio nello scenario attuale – conclude Ianniello – in una situazione che pare sempre più reggersi su un assai precario equilibrio che si rischia che possano crearsi le condizioni per rinnovate e ulteriori difficoltà.”

La nota del Garante dei detenuti Antonio Ianniello

A seguito dell’odierno sopralluogo bisogna constatare con preoccupazione la presenza di 51 ragazzi a fronte di una capienza regolamentare di 40 (21 i maggiorenni; 29 i ragazzi stranieri di cui una parte assai rilevante sono minori stranieri non accompagnati).

Quando i numeri assumono queste gravi proporzioni si amplifica ogni difficoltà che attiene alla già precaria quotidianità detentiva: risultano così in maniera evidente deteriorate tanto le condizioni detentive in cui i ragazzi sono costretti a vivere quanto le condizioni lavorative in cui opera il vario staff.

Si sta così consolidando l’esacerbazione delle criticità presso la struttura il cui avvio va individuato nell’apertura del secondo piano detentivo negli anni scorsi.

Da quel momento infatti c’è stato un drastico peggioramento della complessiva situazione. L’acme negativa di questo processo di deterioramento è stata toccata a partire dal mese di maggio 2024, nel quale si è avuta una concreta (e accentuata) riduzione delle attività educativo-trattamentali in favore dei ragazzi in ragione della severa carenza – per varie ragioni – di organico degli operatori della Polizia Penitenziaria, nella misura in cui la mancanza del personale che deve garantire le condizioni di sicurezza non consente il pieno e regolare svolgimento delle attività.

Dopo la stagione estiva è stato stabilmente ripristinato il regolare svolgimento delle attività, ma si può parlare, nei fatti, di una tendenza in atto i cui tratti possono consistere in una inaccettabile (e progressiva) assimilazione della detenzione minorile alla detenzione degli adulti, aumentando e proliferando il tempo vuoto e privo di qualità che i ragazzi devono trascorrere nelle celle e i contenuti della mera detenzione nei loro confronti.

E proprio nello scenario attuale – in una situazione che pare sempre più reggersi su un assai precario equilibrio – si rischia che possano crearsi le condizioni per rinnovate e ulteriori difficoltà.

In questo contesto – nel quale peraltro sono aumentate le dinamiche di sopraffazione perpetrate dai ragazzi nei confronti degli altri con i quali condividono l’esperienza detentiva, e di conseguenza alcuni ragazzi vittime di questi agiti tendono a isolarsi, scegliendo di restare chiusi all’interno delle celle – risulta urgente adottare ogni necessario e congruo intervento per riuscire comunque a offrire ai ragazzi un’esperienza detentiva – per quanto possibile – di qualità.

Per quanto riguarda il dato relativo al personale, mancano – per varie ragioni – almeno dieci unità di personale addetto alla sicurezza mentre è (comunque) confortante il dato relativo all’organico delle professionalità giuridico-pedagogiche che ha visto con il nuovo anno un’integrazione di nuove sei unità.

Nell’ambito delle risorse professionali, è significativo l’intervento del Comune di Bologna che per il tramite di ASP Città di Bologna sta garantendo ulteriori figure professionali nella misura di una mediatrice socio-culturale e di un educatore.

Senza dubbio i numeri dei ragazzi – nell’ambito dell’intero territorio nazionale – hanno simili proporzioni nel senso di una condizione di sovraffollamento che non riguarda solo il locale istituto. Il dato tecnico, relativo al numero delle presenze negli istituti penali per i minorenni, indica un severo incremento anche in correlazione – secondo un’interpretazione assai verosimile – agli effetti del cd. Decreto Caivano che, come noto, ha ampliato la possibilità di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti dei ragazzi: prima dell’approvazione (ad agosto 2023) risultavano presenti 436 ragazzi che (a dicembre 2024) sono diventati 588.

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