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'arroganza del potere'

Solo promesse elettorali. Dal Comitato Rione Clodio duro j'accuse a Gnassi

In foto: il Rione Clodio
il Rione Clodio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 7 gen 2025 18:02 ~ ultimo agg. 18:04
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Con una lettera aperta a lui indirizzata, il Comitato Rione Clodio attacca l’ex sindaco di Rimini Andrea Gnassi, oggi parlamentare PD, accusandolo del ‘peccato originale’ alla base dei problemi che oggi affliggono via Ducale, il Rione e i suoi residenti. Il Comitato allega la lettera inviata il 4 aprile 2018 da Gnassi come sindaco, per ringraziare “per la pazienza e collaborazione per i nove mesi necessari per l’allestimento della passerella sospesa lato centro di fronte al Ponte di Tiberio.
Lei ci dava atto che per noi residenti non era stato un periodo facile poiché tutto il traffico monte/mare confluiva su Corso d’Augusto 1° tratto, via Ducale e via Clodia, con gli stessi disagi che avremmo poi subito dall’ottobre 2019 ad oggi.
Infine, ci ringraziava ancora per il nostro sacrificio grazie al quale RIMINI È DIVENTATA ANCORA PIU’ BELLA E VIVIBILE. Peccato che il sacrificio del Rione Clodio per rendere Rimini più bella e vivibile non sia poi stato riconosciuto nel progetto “La città cambia volto” dell’ottobre 2019 che ci ha visto nuovamente coinvolti con lo stesso traffico monte/mare che purtroppo è ancora presente. Noi ci fidavamo di Lei e credevamo alle sue rassicurazioni che prevedevano il senso unico mare/monte su via Circonvallazione Occidentale e la circolazione ad anello in senso antiorario intorno al centro storico”.
Senso unico mai più ripristinato, tanto meno dal successore Sadegholvaad, con l’accusa a Gnassi di avere speso promesse solo per convenienza elettorale. “Nel Rione Clodio molti l’hanno votata e creduto nella sua visione di Città. Tuttavia, vista la sua autorevolezza non avremmo mai creduto che lei barattasse la nostra qualità di vita per il consenso elettorale di altri, anche se Lei era a fine mandato”.

La conclusione: “Gentilissimo Onorevole, questa non è buona politica ma arroganza del potere e non ci possono essere ragioni di interesse pubblico che tengano quando c’è di mezzo il diritto alla salute e la qualità di vita anche di un solo cittadino”.