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settore "saltato" da incentivi

Sadegholvaad: manca un piano nazionale per rilanciare hotel ed ex colonie

In foto: il sindaco Sadegholvaad
il sindaco Sadegholvaad
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 14 gen 2025 13:07
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Lo spunto è l’articolo del Sole24Ore (sezione NT+Fisco) su incentivi al settore industriale dal titolo ‘Cumulo Zes e 5.0, risparmi fino al 100 per cento della spesa‘. Il quotidiano economico elenca una serie di misure, contributi a fondo perduto, agevolazioni, esenzioni fiscali e tributarie messe in campo per la riqualificazione, la rigenerazione, l’adeguamento e la transizione energetica dei principali settori industriali. In alcuni casi, e per alcune specifiche zone d’Italia (il Sud soprattutto), il cumulo degli incentivi può coincidere con la somma dell’investimento privato. Quello che è saltato all’occhio del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad è che non si faccia alcun accenno al turismo che, in tante occasioni, è stato definito la principale industria del Paese.

Al di là dei dubbi dovuti ad alcune discutibili esperienze passate nell’applicazione senza controlli di agevolazioni di questa entità (110 Bonus, ad esempio) – commenta Sadegholvaad –, resta il fatto che i sostegni per l’industria sono diversi e non pochi. Il dubbio, da amministratore di un Comune ad altissima intensità turistica, è capire come mai proprio il turismo sia ogni volta letteralmente impalpabile come settore industriale necessitante di un sostegno per il suo rinnovamento”.

Nel pacchetto di incentivi è stata inserita la misura della transizione 5.0 (che discende dal 4.0) che può riguardare anche gli hotel e le strutture ricettive per finanziare l’installazione o il miglioramento degli impianti di illuminazione e climatizzazione, a condizione che questi rispondano a specifici requisiti tecnologici. “L’auspicio, naturalmente, è che possa essere utilizzato in maniera massiva senza lacci burocratici di sorta“.

Ma quello che manca è un piano ufficiale e straordinario di incentivazione per il turismo:  “una misura che magari incrociando le Zone Economiche Speciali (ZES, ora solo al Sud) e le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) offra crediti d’imposta con percentuali superiori almeno al 50 per cento a chi vuole mettere mano al proprio albergo o struttura turistica, compresa la rigenerazione delle ex colonie marittime, diffuse su una discreta parte del territorio costiero italiano”.

Quello dei servizi, e del turismo in particolare, è il settore industriale che ha avuto più margini di crescita nell’ultimo triennio, grazie soprattutto all’attrattività nei confronti dei viaggiatori esteri– ricorda il primo cittadino -. Permettere a questo settore industriale di adeguarsi agli standard internazionali, arricchire e modernizzare i servizi offerti significherebbe oggi investire sul futuro e sull’occupazione dell’intero Paese. Stupisce che ogni volta ci si trovi a commentare come anche a livello lessicale manchi un Piano di sviluppo del Turismo fatto non di contributi a pioggia ma di sostegni perlomeno fiscali che permettano l’investimento privato. Agricoltura, tessile, start up, trasporto merci, sono giustamente settori sostenuti in maniera plastica, in un momento di difficoltà economica del Paese. Ma lo stesso dovrebbe essere per il turismo: una misura straordinaria per incentivare l’investimento privato su alberghi ed ex colonie sarebbe uno sguardo verso il futuro e non un contributo a fondo perduto.