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“Pagaci il pizzo o ti bruciamo il bar”, coppia di estorsori condannata

l'aula Gip-Gup del tribunale di Rimini

“Noi non ti paghiamo proprio niente, sei tu che devi pagarci il pizzo, altrimenti ti bruciamo il bar”, è la minaccia estorsiva rivolta da un 42enne di origine nomade e da un 22enne rumeno all’indirizzo del titolare di un bar in zona stadio del baseball a Rimini. Purtroppo non era la prima volta che accadeva. Il proprietario, però, non si è mai piegato alle minacce della coppia e con coraggio si era rivolto alla polizia. Giovedì mattina i due estorsori sono stati condannati con rito abbreviato dal gip Raffaele Deflorio: il rumeno, difeso dall’avvocato Davide Grassi, a un anno e 8 mesi, mentre il nomade, difeso dall’avvocatessa Ninfa Renzini, a un anno e 6 mesi. Entrambi sono attualmente sottoposti all’obbligo di firma e i loro difensori hanno chiesto al gip la revoca della misura. Il giudice si è riservato la decisione.

I due imputati, che si definivano “capi degli zingari”, erano clienti abituali del bar. Oltre ad essere spesso ubriachi e molesti, pretendevano di consumare senza saldare il conto. La mattina del 12 febbraio 2024, quando il titolare si era rifiutato di servir loro bevande alcoliche se prima non avessero pagato i debiti arretrati, nel locale era scoppiato il caos. Il 42enne e l’amico più giovane si erano fatti minacciosi, avevano alzato la voce e insultato il proprietario, poi si erano scagliati contro un cliente intervenuto in sua difesa. All’arrivo delle Volanti l’uomo di origine nomade aveva cercato di allontanarsi. Prontamente bloccato dai poliziotti aveva opposto resistenza. Gli agenti erano stati raggiunti da sputi, calci e spintoni da parte di entrambi. Poi, a fatica, i due sono erano stati caricati in auto e condotti in questura.

Durante il tragitto avevano peggiorato la loro situazione rivolgendo pesanti minacce di morte ai poliziotti e, una volta arrivati in piazzale Bornaccini, uno dei due aveva danneggiato l’auto di servizio. All’interno della cella di sicurezza il più esagitato era stato il 22enne, che aveva colpito a ripetizione, con le manette ai polsi, la porta blindata e i muri. Al termine degli accertamenti i due erano stati arrestati per tentata estorsione in concorso, violenza, minacce e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e lesioni a pubblico ufficiale (un agente è rimasto lievemente ferito), e poi condotti in carcere. Questa mattina per entrambi è arrivata la condanna in primo grado.

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