Si era messo in mezzo per cercare di sedare una lite tra connazionali al Parco Murri scaturita dal presunto furto di un cellulare. Nel tentativo di fare da paciere era stato colpito come una furia da un senegalese di 25 anni più giovane, che gli aveva sferrato quattro violenti calci all’addome. Il conseguente trauma lo aveva poi costretto nel reparto di Rianimazione del Bufalini di Cesena. Ndiaye Babacar, senegalese di 60 anni, morirà in ospedale poco meno di tre settimane dopo il suo ricovero, l’11 agosto 2023.
Il suo assassino, Alioune Badara Mbaye, connazionale di 36 anni, arrestato il giorno dell’aggressione (il 23 luglio 2023) dai poliziotti delle Volanti, è stato condannato in primo grado, dalla Corte d’Assise di Rimini, a 16 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale, reato riqualificato in udienza dal pubblico ministero Davide Ercolani, che inizialmente contestava all’imputato l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dalla minorata difesa della vittima, che aveva difficoltà di deambulazione e fragilità fisica, e dalla recidiva.
L’assassino, quella mattina, prima di scagliarsi contro Babacar, aveva ferito alla testa, all’addome e alla coscia altri due connazionali di 27 e 35 anni con una bottiglia di vetro rotta. A suo dire, erano stati loro a rubare dal suo zaino il cellulare e pochi euro. Il suo difensore, l’avvocato Massimiliano Orrù, ha evitato al suo assistito un potenziale ergastolo, nonostante il senegalese abbia complicato non poco il lavoro del legale dando in escandescenza in aula, prima ancora della pronuncia, all’indirizzo della Corte, definita “corrotta e mafiosa così come tutti gli italiani”. Una volta espiata la pena, l’imputato verrà espulso dall’Italia.