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Piano straordinario

Liste attesa, in Regione 1,5 mln di prestazioni in più. De Pascale: e il Governo?

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 3 gen 2025 17:13 ~ ultimo agg. 17:17
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La Regione fornisce un primo bilancio del piano straordinario di abbattimento delle liste d’attesa in sanità predisposto dallo scorso aprile e finanziato esclusivamente con stanziamenti interni: 50 milioni di euro di risorse regionali. Sono oltre un milione e mezzo le prestazioni aggiuntive erogate nel 2024.

Di fronte all’impegno messo in campo dalla Regione in questi mesi, stupiscono ancora di più le parole del ministro Schillaci che richiama le Regioni a un utilizzo più accurato delle risorse in termini di sanità– sottolineano il presidente, Michele de Pascale, e l’assessore alla Sanità, Massimo Fabi. Ricordiamo al ministro e al Governo che aspettiamo da sei mesi che l’annuncio di un provvedimento sulle liste d’attesa si tramuti in qualcosa di concreto: a oggi, invece, mancano ancora i decreti attuativi e non risulta alcun incremento di trasferimento di fondi alle Regioni da utilizzare contro le liste d’attesa“. Quanto afferma l’esecutivo nazionale riguardo gli stanziamenti per ridurre le liste d’attesa, infatti, non costituisce un reale incremento di finanziamento per le Regioni, dato che con il proprio decreto il Governo ha semplicemente dato alle Regioni stesse l’indicazione di usare per le liste d’attesa una parte dei finanziamenti già assegnati nelle precedenti finanziarie. “Scaricare la colpa sulle Regioni, peraltro in larga parte guidate dalle stesse forze politiche che governano il Paese, purtroppo non risolve il problema– proseguono de Pascale e Fabi-, e invece si continua a negare l’evidenza del palese sottofinanziamento del sistema pubblico, di cui pagano le spese quei milioni di italiane e italiani che rinunciano quotidianamente a curarsi“.

I dati forniti dalla Regione parlano, per ora di un incremento di 1,6 milioni di prestazioni con l’introduzione sistematica delle pre-liste di presa in carico e la disponibilità delle agende a 24 mesi. “E lo diciamo consapevoli che noi stessi, come Regione dobbiamo fare di più, rafforzando la medicina del territorio e le politiche di prevenzione– chiariscono de Pascale e Fabi-, ma questo deve avvenire dentro un piano nazionale vero, condiviso dal Governo centrale con i territori. Invece si resta in uno scenario inaccettabile, che priva milioni di cittadine e cittadini del diritto primario alla cura e alla salute, denunciato in maniera esemplare anche dal Presidente della Repubblica Mattarella nel discorso di fine anno“.