Indietro
menu
imputati per diffamazione

Insulti omofobi e minacce online per il Summer Pride, in due a processo

In foto: la parata della Rimini Summer Pride (foto Riccardo Gallini)
la parata della Rimini Summer Pride (foto Riccardo Gallini)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
mer 8 gen 2025 18:01
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

E’ fissato per domani (giovedì 9 gennaio) l’inizio del processo davanti al giudice monocratico del tribunale di Rimini per una donna di 76 anni, residente a Riccione, e un uomo di 59, residente a Montefiore Conca, imputati per diffamazione aggravata nei confronti di Marco Tonti, presidente dell’associazione Alan Turing Arcigay Rimini e organizzatore della Rimini Summer Pride, costituitosi parte civile attraverso l’avvocato Christian Guidi.

I due imputati sono accusati di aver propagandato idee fondate sull’odio nei confronti della comunità omosessuale mediante commenti postati su Facebook a proposito della manifestazione riminese dedicata al mondo Lgbtq+, di cui Tonti è uno degli organizzatori. In particolare, la 76enne ha inviato nel pomeriggio del 22 luglio 2017 un messaggio vocale mediante la chat Messenger di Facebook in cui rivolgeva insulti omofobi di vario tipo, per poi complimentarsi con il Comune di Riccione “che – a suo dire – ha ben altro da fare che ascoltare questi p…”. Il 59enne, invece, una decina di giorni più tardi ha scritto un post pubblico rivolto proprio a Tonti, ribattezzato “Tontolone”, in cui lo minacciava di alzarlo in aria per le orecchie e lo accusava di averlo segnalato. Non contento lo insultava per il suo orientamento sessuale e gli rivolgeva frasi definite dal legale di Tonti “fortemente riprovevoli”, prima di bloccare il suo profilo impedendogli di leggere eventuali ed ulteriori commenti a suo danno e contro la comunità omossessuale riminese.

Davanti ad una iniziale richiesta di archiviazione da parte della Procura di Rimini, l’avvocato Guidi ha presentato opposizione e il gup ha disposto l’imputazione coatta. Si è arrivati quindi, dopo 6 anni, all’apertura del dibattimento. “Quelle minacce hanno provocato in me grave ansia e preoccupazione – affermò Tonti all’epoca dei fatti – sia per la mia incolumità personale sia per eventuali ripercussioni sulla manifestazione”.