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una riflessione

In viaggio con i Re Magi. Letizia: il miracolo di un popolo in festa

In foto: @Roberto Masi
@Roberto Masi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
dom 12 gen 2025 17:00
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Ad una settimana dell’evento desta ancora grande stupore, in chi ha partecipato, la rievocazione del Viaggio dei Re Magi, che ha preso vita nel giorno dell’Epifania in centro storico a Rimini. A condividere con il nostro sito riflessioni ed emozioni è Letizia per tanti anni insegnante della scuola elementare di Miramare, dove ogni Natale per 21 anni si è allestito un presepe vivente.

SOTTO LO STESSO CIELO

Mercoledì sui social spopolavano le immagini del cielo di Romagna all’alba: un incendio tra nubi e terra che ha costretto tanti ad alzare lo sguardo, appena svegli, e rimanere a bocca aperta per lo stupore. Minuto dopo minuto le schermate di Fb, di Instagram, gli stati di Whatsapp, da Cesena a Fano, si sono popolate di cieli incandescenti in mezzo al buio della notte appena terminata, immagini senza commenti perché parlavano da sole direttamente al cuore. E la cosa stupefacente era constatare come, pur se a chilometri di distanza, fossimo tutti sotto lo stesso cielo, ognuno ammirato dalla sua postazione, in casa, per strada, in spiaggia, al lavoro.

È questa l’immagine che mi porto nel cuore dal pomeriggio di lunedì, quando ho partecipato all’evento del Viaggio con i Re Magi. Ho partecipato principalmente da “spettatore”, visto che problemi di salute già dallo scorso anno mi avevano impedito di partecipare attivamente alla preparazione. Dopo 21 anni di Presepe Vivente a Miramare, anni di incontri, di imprevisti provvidenziali, di bellezza, quest’anno il nostro Presepe confluiva totalmente in questo evento riminese, con tutte le incognite del caso, ma anche con tutta la curiosità di vedere come tutta l’esperienza di questi anni potesse continuare in una forma differente. E il Re Melchiorre era impersonato da quello che nell’anno in cui avevamo dedicato l’edizione del Presepe ai Re Magi,10 anni fa, era stato uno dei nostri Re Magi, un babbo di tre splendide bambine che frequentavano le nostre scuole di Miramare.

E con mio grande stupore ho visto accadere nuovamente davanti ai miei occhi il miracolo di un popolo in festa.

Nella suggestione veramente emozionante delle sapienti coreografie di Made Officina Creativa che esaltavano in tutto il suo splendore la bellezza del nostro centro storico, dal ponte di Tiberio al Tempio Malatestiano, passando per la piazza medievale e per il foro romano, nell’armonia festante dei cori e delle danze, non ho ammirato solo un evento spettacolare , una rievocazione storica al limite del fiabesco, ma ho visto uomini, donne, bambini, ognuno con la propria storia, col proprio bagaglio di affanni e speranze, attraversare pieni di attesa le vie della nostra amata città. Di alcuni conoscevo la storia, erano volti che avevano già condiviso negli anni passati con noi l’esperienza del presepe vivente a Miramare e desideravano riviverla insieme ad altri oggi, amici con cui in questi anni si è condiviso un pezzo importante di strada e per questo non ci si è mai persi del tutto di vista, amici che vengono da lontano, incontrati casualmente, magari in situazioni di necessità, con cui si è continuato un rapporto e un aiuto. Altri non li avevo mai visti, non sapevo nulla di loro, ma anche sui loro volti sconosciuti ho visto splendere la stessa luce che guidava i Magi: la speranza di un presente che assicura il raggiungimento della meta, perché già da oggi, come diceva la canzone iniziale, “Todo cambia”, tutto cambia.

Un popolo, un popolo rumoroso, come tutti i popoli, a volte muto e stupito, a volte confusionario e distratto, che chiacchiera, che prega, che canta, che spinge per vedere, un popolo fatto di vecchi, bambini, giovani, gente zoppicante per la stanchezza o saltellante nella danza. Da ogni parte del mondo, da nazioni e culture e religioni diverse, il cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo, della nostra città, ha battuto all’unisono sotto lo stesso cielo dei Magi, perché la stella del desiderio splende nel cuore di ogni uomo: ha solo bisogno di avere un candelabro, un punto alto da cui poter illuminare tutto e tutti. Ecco, il viaggio dei Magi ha fatto vedere a tutti lo spettacolo del cuore umano, che ci rende tutti familiari e consanguinei.

Non per nulla, come ha sottolineato al termine il Vescovo, alla fine del loro cammino i Magi trovano una famiglia: il cuore dell’uomo non è solo, quel Bambino è venuto per rendere possibile a tutti questo essere a casa.

Così come mi ha scritto il mio amico senegalese Bado, coinvolto all’ultimo minuto a fare il porta torce, che ha saputo 10 minuti prima che iniziasse l’evento chi erano i Magi. Rispondendo al mio messaggio di ringraziamento mi dice: “Grazie di niente, se avessi potuto fare di più l’avrei fatto per voi perché voi siete i miei familiari in Italia.”