In 11 mesi in provincia 8 morti sul lavoro. 4856 le denunce di infortuni
Tra gennaio e novembre 2024 in provincia di Rimini si sono registrati 8 decessi per causa di lavoro mentre gli infortuni denunciati sono stati 4.856 (circa 450 al mese) con una crescita del 3,6% rispetto al 2023, l’incremento maggiore tra tutte le province. Un dato anche in controtendenza rispetto a quello dell’Emilia Romagna dove gli infortuni registrano un lieve calo nel 2024 anche se, purtroppo, aumentano i morti: 91 rispetto agli 84 del 2023. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Permanente CGIL e INCA su dati Inail. In provincia di Rimini la fascia di età dove si è concentrata la maggior parte degli infortuni è quella 41-65 anni mentre il settore più a rischio è quello delle attività di servizi e alloggio e ristorazione: 556 infortuni denunciati. Crescono in maniera consistente gli infortuni nei settori della sanità e del sociale: 400 (42 in più dello scorso anno). Tra i comparti ad alta incidenza, figurano poi le costruzioni e il commercio all’ingrosso e riparazione autoveicoli (9,3%). Per quanto riguarda le malattie professionali, le denunce in provincia sono state 496 denunce, il 24,2% in più del 2023 con una crescita in particolare di quelle femminili. Tra le patologie denunciate, quelle al sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo hanno un’incidenza superiore alla media regionale.
In provincia di Rimini si lavora meno, si lavora male e si viene pagati poco, commenta la CGIL ricordando anche l’aumento dell’80% delle ore autorizzate di Cassa Integrazione e il reddito da lavoro dipendente nei settori privati che si ferma in media a 17.809 euro lordi annui. Il sindacato chiede la riattivazione urgente del Tavolo provinciale su Legalità e Sicurezza con un accordo pubblico/privato per cercare di invertire la tendenza partendo anche dal rafforzamento degli organismi di vigilanza. La Cgil, a livello nazionale, chiede poi l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e la creazione di una Procura speciale.
La nota stampa CGIL
Salute e sicurezza sul lavoro: il punto sugli infortuni mortali in Emilia-Romagna | Aumentano ancora gli infortuni mortali in Emilia-Romagna. Nei primi undici mesi del 2024 sono morte in Emilia-Romagna 91 persone per causa di lavoro, con età media prevalente tra i 41 ed i 65 anni; sono ancora i settori dell’industria e dei servizi quelli maggiormente coinvolti. Nel 2023 i morti erano stati 84. In sensibile aumento i morti per causa di lavoro ultra sessantacinquenni; un dato che fa riflettere.
In provincia di Rimini sono 8 nel 2024 le persone morte per causa di lavoro.
La situazione in provincia di Rimini nel periodo gennaio/novembre 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023: quasi 450 infortuni denunciati ogni mese | In particolare, nel territorio riminese, si riscontra un aumento del 3,6% degli infortuni sul lavoro, con 4.856 denunce; un aumento in controtendenza al dato regionale che invece è in flessione del -1,8%; inoltre Rimini è il territorio con l’aumento maggiore di denunce rispetto al resto delle province.
In generale la fascia di età dove si è concentrata la maggior parte degli infortuni è stata quella 41-65 anni, ma con un modesto aumento di infortuni che hanno coinvolto anche ultra sessantacinquenni. Il settore che in provincia di Rimini conta il maggior numero di infortuni è quello delle attività di servizi e alloggio e ristorazione: 556, in aumento sul 2023 e con un peso del 13,4% sul totale. Continuano ad essere numerosi, ed in forte aumento sul 2023, gli infortuni nei settori della sanità e del sociale: 400 (erano 358 l’anno scorso). Restano ad alta incidenza d’infortunio i settori delle costruzioni (8,5%), del commercio all’ingrosso e riparazione autoveicoli (9,3%), del noleggio e servizi supporto alle imprese (4,6%) oltre al settore metalmeccanico (3,2%).
Per quanto riguarda le malattie professionali il dato a novembre 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023, conta già 496 denunce. Si tratta in questo caso di un aumento del 24,2%. Si tratta di un dato in costante aumento da almeno un biennio.
Nel periodo gennaio/novembre 2024 il 31,7% delle denunce di malattia professionale in provincia di Rimini ha riguardato donne, essendo 157 su 496 (in aumento rispetto allo stesso periodo del 2023, quando le denunce da parte di donne erano state 118). Tra le patologie denunciate si rileva un’incidenza percentuale superiore alla media regionale per quelle legate al sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo; 73,8% in provincia di Rimini contro il 78,8% regionale. Alta incidenza anche per le malattie del sistema nervoso (10,9%) e malattie dell’orecchio e dell’ipofisi mastoide (6%).
In provincia di Rimini si lavora meno, si lavora male e si viene pagati poco | Guardando i dati si assiste ad una forbice che si sta divaricando tra ammortizzatori sociali e sicurezza sul lavoro; da un lato aumenta l’utilizzo di cassa integrazione (CIG e CIGO) di oltre 80% sul 2023, dall’altro aumentano morti su lavoro, infortuni e malattie professionali. Si sta perciò assistendo ad un rapido e progressivo deterioramento della qualità del lavoro in un territorio, quello della provincia di Rimini, che già non brilla per quanto attiene alla qualità del reddito da lavoro dipendente nei settori privati (€ 17.809 lordi annui nel 2023, fonte IRES CGIL). Il Tavolo provinciale su Legalità e Sicurezza in provincia di Rimini – che va urgentemente riattivato – deve arrivare a un accordo che coinvolga sia il settore pubblico che quello privato in un processo volto ad invertire la tendenza. Un aspetto centrale per affrontare il problema è il rafforzamento degli organismi di vigilanza, il cui organico risulta ancora inadeguato rispetto alle reali esigenze. È essenziale migliorare il coordinamento delle attività ispettive e creare un sistema integrato che permetta di mettere in rete le banche dati di INPS, INAIL e delle Camere di Commercio, al fine di consentire un accesso agevole a tutte le forze ispettive. Serve maggiore agibilità per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), per i Rappresentanti Territoriali (RLST) e per i delegati di sito, che attualmente sono spesso limitati a ruoli meramente burocratici, senza diritti reali e capacità di intervento. Tra gli aspetti che richiedono una riforma, va rivisto il ruolo del medico competente, che dovrebbe essere una figura terza, indipendente dall’azienda e dal lavoratore al fine di un efficace coordinamento tra i soggetti in campo sul tema della salute e sicurezza in azienda. Infine, CGIL chiede l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel Codice penale e la creazione di una Procura speciale a livello nazionale dedicata esclusivamente a questa materia, per dare un segnale forte di tutela della vita dei lavoratori.
La situazione regionale | Questa invece la situazione regionale a novembre 2024 secondo l’Osservatorio, curato da Carlo Fontani per CGIL e Patronato INCA Emilia-Romagna:
• 70.009 infortuni denunciati nel periodo gennaio-novembre 2024 (-1,8% rispetto allo stesso periodo 2023);
• 91 denunce d’infortunio con esito mortale nei primi undici mesi del 2024 (nel 2023 erano state 84 nello stesso periodo);
• 6.922 malattie professionali denunciate tra gennaio e novembre 2024 (+14,7% rispetto allo stesso periodo del 2023).