Esercente cade nell'annuncio trappola su Facebook, due persone condannate
Dopo aver letto un allettante annuncio su Facebook, aveva deciso di rivolgersi, così come altri imprenditori nel settore della ristorazione, ad una sedicente impresa specializzata nel conto vendita. Del resto, il suo bar nella zona universitaria di Rimini, complici le restrizioni per l’emergenza Covid, era in perdita e lei aveva bisogno di liquidità. Così, la titolare, una donna riminese, decise di sottoscrivere tre contratti di conto vendita: lei avrebbe messo a disposizione dell’impresa mobili e attrezzature (tra cui sedie, tavoli, banconi, stock di bicchieri e tazze, lampadari ed estintori), mentre la società si sarebbe occupata di trovare degli acquirenti, versando poi alla donna il ricavato e trattenendo per sé una piccola percentuale.
Secondo la Procura di Rimini, però, gli imputati, un campano di 35 anni e un triestino di 32, entrambi residenti in provincia di Ascoli Piceno, una volta entrati in possesso delle forniture, sarebbero scomparsi rendendosi inizialmente irreperibili, senza di fatto pagare alla titolare del bar alcun corrispettivo. Al termine dell’udienza, il giudice monocratico di Rimini li ha condannati rispettivamente a 10 mesi e 9 mesi di reclusione, non concedendo però la sospensione condizionale della pena visti i loro precedenti.
Li ha inoltre condannati al risarcimento del danno per un valore complessivo di 22.800 euro oltre alle spese legali, e ha ordinato il dissequestro e la restituzione dei beni a favore dell’imprenditrice, assistita dall’avvocato Alessandro Pierotti. Che ha spiegato come si sia “trattato dell’ennesimo episodio di truffe via internet, fenomeno purtroppo in grande espansione”.