Dovrà essere risarcito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per eccesso di precariato. E’ la sentenza pronunciata dal giudice del lavoro del tribunale di Rimini, Lucio Ardigò, sulla base del ricorso presentato da un docente riminese di religione cattolica, Manuel Mussoni, da un anno e mezzo preside delle scuole Maestre Pie di Rimini, che per 17 anni ha svolto la professione di insegnante sulla base di contratti annuali, nonostante la legge vieti i contratti a termine superiori ai 36 mesi.
Il giudice del lavoro ha stabilito “la illegittima precarizzazione del suo rapporto di impiego”, riconoscendogli “il diritto ad ottenere il risarcimento del danno conseguente all’abuso nell’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato“. Al 41enne riminese, quindi, dovrà essere liquidata una indennità pari a 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, oltre al riconoscimento dell’anzianità di servizio maturata, per un importo di circa 27 mila euro. Una vittoria che premia gli sforzi e la costanza di Mussoni, assistito dall’avvocatessa Veronica Pepoli, e che indica una via (primo caso a Rimini) che altri insegnanti precari potrebbero decidere di intraprendere. Del resto l’Unione Europea aveva più volte sollecitato l’Italia (già sanzionata) a correre ai ripari e trovare una soluzione. Basti pensare che l’ultimo concorso per docenti di religione cattolica era datato 2004. Quest’anno, il 5 febbraio, dopo 21 anni, se ne terrà un altro.
“Io, così come altri miei colleghi – afferma Mussoni, ex docente all’istituto tecnico Einaudi Molari di Santarcangelo -, ho vissuto in maniera silenziosa questa forma di ingiustizia, convinto che la mitezza e la tenacia alla fine paghino sempre. Non è stato facile essere precario per 17 anni, non nego di aver pensato di mollare la professione più volte, soprattutto avendo alle spalle una famiglia, ma l’amore per i miei studenti e la passione per il mio lavoro mi hanno spinto a continuare. Questa è una sentenza di riscatto”.