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Bambino disabile racconta anni di abusi, aiutante condannato per violenza

il corridoio del tribunale di Rimini

Per due anni è stato abusato da chi avrebbe dovuto prendersene cura. Una storia terribile che ha come vittima un bambino disabile del Riminese, che all’epoca dei fatti aveva 11 anni. Era il 2017 quando un operatore sanitario raccoglie le confidenze del minore, che rivela di aver subito pesanti molestie e abusi sessuali da un conoscente della madre, incaricato proprio dai genitori di occuparsi del figlio disabile quando gli impegni lavorativi di entrambi li costringevano fuori casa in contemporanea. Con cadenza di due volte a settimana circa, l’aiutante della famiglia, un 50enne riminese, si prendeva cura del minore disabile.

L’indagine nei confronti dell’oggi 50enne parte nel febbraio 2017 proprio dalla denuncia dell’operatore sanitario, alla quale segue a distanza di un mese anche quella dei genitori del minore. Il pubblico ministero, per verificare l’autenticità delle accuse, decide di nominare un consulente tecnico, che, dopo aver ascoltato la presunta vittima, conclude per la sua incapacità a testimoniare. L’undicenne, infatti, durante gli incontri con lo psicologo della Procura, non proferisce parola chiudendosi in un silenzio inscalfibile. Il pm a quel punto si vede costretto a chiedere l’archiviazione, alla quale però si oppone su mandato del padre l’avvocatessa Giovanna Ollà, che chiede al gip di sentire a sommarie informazioni sia l’operatore che per primo aveva denunciato gli abusi sia la sorella del minore con cui pure l’undicenne si era confidato. E’ il giudice per le indagini preliminari a riaprire il caso ordinando al pm un supplemento di indagini. Decisivo risulterà l’incidente probatorio alla quale verrà sottoposto il bambino (che nel frattempo è diventato maggiorenne), dopo che una nuova consulente, la psicologa Monia Vagni, ha certificato la sua capacità di testimoniare. La vittima, in audizione protetta, con un linguaggio semplice ma aderente alla realtà e perfettamente comprensibile, ha ripercorso in maniera puntuale e dettagliata i ripetuti abusi sessuali subiti nel corso dei due anni. Secondo l’accusa, l’aiutante di famiglia, sfruttando la disabilità del minore, avrebbe perpetrato gli abusi sotto forma di giochi.

Dura la richiesta di condanna dei pubblici ministeri d’udienza, Giulia Bradanini e Paola Bonetti, che questa mattina hanno chiesto per l’imputato, difeso dagli avvocati Martina Montanari e Diego Pensalfini, 8 anni di reclusione. Il gip di Rimini, Raffaele Deflorio, si è espresso per una condanna di primo grado, con rito abbreviato, a 6 anni e 6 mesi oltre alle pene accessorie di legge. Il 50enne, che ha sempre respinto con forza le accuse, è stato condannato anche al risarcimento dei danni da definire in separata sede civile. Per conoscere le motivazioni bisognerà attendere 90 giorni.

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