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tentato omicidio

Avvelena il marito con il topicida nel cibo, chiesta condanna a 10 anni

di Lamberto Abbati   
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mer 22 gen 2025 19:24 ~ ultimo agg. 21:30
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Voleva sbarazzarsi del marito per poter vivere a pieno la sua relazione extraconiugale. Così, in più occasioni, avrebbe somministrato del topicida con una siringa nei piatti che serviva al coniuge. E’ questa la tesi dell’accusa che ha chiesto per l’imputata, una donna moldava di 48 anni, residente a Rimini, una condanna, in abbreviato, a 10 anni di reclusione per tentato omicidio pluriaggravato.

Il marito, un 56enne albanese, tra il luglio e il novembre del 2022 si era recato due volte in pronto soccorso, a Rimini, con lancinanti dolori addominali. Dagli accertamenti medici, conseguenti al suo ricovero, era stata riscontrata la positività ematica ai principi attivi di due potenti anticoagulanti contenuti proprio nei topicidi. La successiva perquisizione, effettuata dai poliziotti della Squadra Mobile nel loro appartamento, aveva permesso di rinvenire in un cassetto dell’armadio della camera da letto della coppia, sotto la biancheria intima della donna, una siringa contenente una sostanza di colore rossastro. Le analisi di laboratorio confermarono la presenza del principio attivo contenuto in una sostanza velenosa, il Bromadiolone.

Ad aggravare la situazione della 48enne, che nel frattempo è tornata libera con il divieto di avvicinarsi al coniuge, anche le ricerche fatte su internet su quale fosse il ratticida più efficace e quali i veleni più letali in circolazione. L’imputata, secondo il sostituto procuratore Luca Bertuzzi, avrebbe agito ben sapendo che al marito mancava quasi del tutto l’olfatto per via della presenza di polipi al naso. Per il difensore della donna, l’avvocato Luca Greco, le dosi di veleno ingerite dall’uomo non furono tali da considerarsi letali. La sentenza del gip di Rimini, Raffaella Ceccarelli, è attesa il prossimo 4 marzo.