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mercoledì 25 dicembre 2024
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Rimini-Pontedera 5-1

Buscè a fine gara: "Questa squadra sta crescendo nella maturità"

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di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 8 minuti
sab 7 dic 2024 17:09 ~ ultimo agg. 8 dic 17:44
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Le dichiarazioni al termine di Rimini-Pontedera 5-1 (leggi notizia).

Leonardo Menichini, allenatore U.S. Città di Pontedera. “C’è poco spazio per i commenti. Eravamo partiti abbastanza bene nei primi dieci minuti, poi c’è stato questo rigore a mio avviso generoso. Ciò non toglie che il Rimini abbia meritato ampiamente la vittoria, però gli è stata facilitata da questo rigore. Dopo è venuta la partita che voleva il Rimini, con gli spazi in contropiede sono bravi, e per noi si è fatta tutta più dura. È chiaro che noi dopo il rigore non abbiamo più giocato, abbiamo ricominciato a giocare un pochino sul 3-0. L’avevamo non dico riaperta, perché è una parola grossa, ma diciamo facendo il 3-1 c’era la possibilità quantomeno di tenere viva la partita fino alla fine, poi invece il 4-1 ed il 5-1 ci hanno tagliato le gambe. Venivamo da un 5-1 importante, con una gara ben giocata, nonostante le raccomandazioni, nonostante in quei cinque giorni che c’erano prima di questa partita abbia cercato di far dimenticare la gara con la Spal, siamo invece ricaduti in situazioni che non devono accadere. Ci siamo sciolti un po’ come la neve al sole, molto merito del Rimini, molti demeriti nostri perché in certe situazioni abbiamo commesso degli errori, abbiamo perso delle palle sanguinose. Lì dobbiamo essere più bravi e più attenti”.

Trovato il gol del 3-1 si aspettava qualcosa di più dai suoi ragazzi? “Tolti i primi dieci minuti, che eravamo in partita, fino a che non abbiamo subito questo rigore, poi stavamo cercando di rimettere in linea di galleggiamento la gara. Poi il 4-1 ci ha stroncato, poi il 5-1, c’è stato pure il rigore che hanno sbagliato. C’è poco da commentare, c’è da metterci una pietra sola, fare tesoro degli errori commessi, resettare tutto e già dalla prossima fare un altro tipo di gara, perché in questo campionato ci vuole un altro tiro di prestazioni se vogliamo fare risultato”.

Antonio Buscè, allenatore del Rimini F.C. “Io ero un po’ preoccupato, ma non perché non sapevo cosa avrebbe fatto la mia squadra, ero un po’ preoccupato perché sapevo che il Pontedera, come avevo visto anche nell’ultima partita con la Spal, era una squadra in salute, perché è una squadra giovane che corre, che ha fatto risultati importanti prima di venire da noi, quindi una squadra che ti fa giocare anche male perché, come ho detto in conferenza ieri, l’ho vista con una mentalità diversa rispetto a un paio di mesi fa, un po’ il Pontedera con quella cattiveria dell’anno scorso, quella voglia di correre, di sacrificarsi. E quindi ero un po’… non teso, forse uso una parola un po’ assurda, però c’è la partita che ti fa stare più tranquillo e la partita che ti fa raddrizzare un po’ le antenne. Questa era una di quelle partite che mi fanno un po’ raddrizzare le antenne, però bravi i ragazzi, che non si sono mai scomposti: hanno affrontato questa gara in maniera importante, anche perché venivamo da due vittorie molto molto importanti, a Vicenza in Coppa Italia e a Campobasso in campionato, due prestazioni importanti, e la paura era forse quella di affrontare questa partita un po’ con superficialità. Questa squadra sta crescendo nella maturità. Ho fatto una riflessione a fine partita: ho detto tra me e me “c’è sempre da imparare”. Questi ragazzi bisogna solo farli stare sereni perché nel loro DNA hanno questa cultura del sacrificarsi. E quando raggiungono quella maturità che ci vuole in questo campionato, molto molto difficile, questa squadra è in grado di gestire anche i momenti difficili che possono arrivare. Oggi è stata una partita nella quale questo momento difficile non è mai arrivato, diciamo che sul 3-0 la partita era chiusa già nel primo tempo. L’unica difficoltà era uscire nel secondo tempo con una testa diversa, ma a parte quella situazione del gol preso sul calcio piazzato il Pontedera non è mai entrato in partita. Merito soprattutto nostro”.

Si può dire che nella partita di oggi si è vista la consapevolezza della squadra di poter fare bene. Siete entrati in campo per fare subito la partita. “Noi dobbiamo ragionare sempre da provinciale. A me non piace fare tanta propaganda, io vivo la settimana, a me non interessa tra due settimane cosa ci sarà, mi interessa che tra qualche giorno andremo a giocare contro il Pineto. L’ho detto ieri: non voglio nessuna prima donna, ma questo non per screditare le prime donne, ma perché non è il mio modo di vedere il calcio, perché ho fatto la gavetta io sia quando giocavo che ora, che sto cercando di imparare questo mestiere. Tutti con i piedi saldi per terra, piedi di piombo, e lavorare nel quotidiano: avere umiltà, dedizione, sacrificio, sudando la maglia nel vero senso della parola. Dedicare tutto il tempo che abbiamo al lavoro che facciamo, io per quanto riguarda allenare, i ragazzi per riguarda il giocare a calcio. Noi dobbiamo avere questa mentalità ed è quello che ho detto ai ragazzi. Non si è fatto nulla, è ancora lunga e ci aspettano tante tante situazioni difficili. Ma credo che questa squadra sotto l’aspetto della maturità stia crescendo partita dopo partita. È quello che mi interessa perché poi vedo da parte loro il fatto che cercano di seguire quello che gli diciamo durante la settimana sia sotto l’aspetto della preparazione fisica, cerchiamo di curarli in tutto e per tutto, che sotto l’aspetto tecnico-tattico, sono ragazzi che ti seguono. E l’ho sempre detto: è un piacere e un onore lavorare con questi ragazzi, tutti, perché se qualcuno cerca di prendere una scorciatoia stona, e chi stona in un gruppo del genere non ci può stare. Io sottolineo sempre questo concetto. Devono sempre lavorare, migliorarsi tutti i giorni, per togliersi anche qualche soddisfazione, ci mancherebbe. Bisogna avere anche delle ambizioni nella vita, chi per una cosa, chi per un’altra. Ma la nostra forza deve essere questo: lavorare nel quotidiano perché poi la partita è la conseguenza”.

Questo equilibrio nelle ultime settimane lo ha trovato inserendo al posto di uno dei due centravanti un giocatore che raccordasse più la manovra. Quale sarà il prossimo step per accontentare chi si aspetta una squadra un po’ più offensiva? “Parto un po’ da lontano: ho preso qualche critica di troppo, anche all’inizio, e lo sapevo. Io avevo bisogno di lavorare, capire e conoscere chi mi stava attorno, soprattutto i ragazzi. Quando ho iniziato a fare questo lavoro le persone che mi vogliono bene mi hanno detto: “cerca di essere elastico sotto l’aspetto mentale, non andare sempre nei tuoi binari perché poi se finisce il binario…”. E l’ho fatto perché siamo partiti per fare una cosa e ci siamo ritrovati a farne un’altra, vuoi per qualche infortunio vuoi perché qualche giocatore non era pronto, ho cambiato totalmente. Io non avevo mai giocato a tre, e quella volta che l’avevo fatto nelle giovanili, soprattutto in Primavera, non mi aveva portato dei benefici. Ho capito che c’era da cambiare e avevo l’opportunità di mettere in condizione i miei giocatori di rendere al massimo in base alle loro caratteristiche. Quella cosa non si poteva fare, stiamo facendo questo. E l’equilibrio è questo: quando tu metti in condizione i tuoi giocatori di lavorare al meglio in quel rettangolo verde è già trovare un equilibrio. Poi, è normale, devi cercare sempre di lavorare nelle due fasi, quando hai possesso palla e quando non hai possesso palla, ma questo lo fai quando c’è la volontà e quando c’è la cultura in ogni singolo ragazzo di andare in quella direzione. Quando parlo di maturità intendo anche questo. Io ho detto dal primo giorno: “devo cercare di imparare a fare questo mestiere”. Se penso che siamo già arrivati, che siamo già a posto, tutto il lavoro che abbiamo fatto fino adesso lo buttiamo via. E quindi bisogna proseguire, tenendo questa umiltà che ci deve contraddistinguere. Quando parlo di una squadra provinciale vuol dire avere quella cattiveria in più che una squadra provinciale deve avere per affrontare le partite. Se ti senti altro diventa un problema”.

Ancora un gol subito da calcio d’angolo. “Proprio ieri quando abbiamo fatto i calci piazzati c’era una statistica: noi abbiamo preso 4-5 gol, se non erro, su calcio piazzato, uno ogni 40 calci piazzati contro. Per me va bene. Perché poi si è preso anche quando lavoravamo sulla linea, e lo abbiamo preso a Carpi. Una regola fissa non c’è. Lì c’è l’attenzione che viene a mancare perché avevi il risultato già quasi acquisito e c’è un po’ di appagamento su quella situazione. Anche perché ho visto che nessuno ha fatto uno stacco di testa importante per mettere la palla dentro. Addirittura mi sa che chi ha fatto gol (Pretato, ndr) l’abbia presa a mezza altezza. Lì è proprio la mancanza di concentrazione e di cattiveria. Non dovrebbero mai mancare, ma non me ne faccio un problema. Tanto i gol si prendono comunque su errori e su situazioni di palla in movimento e palla da fermo, quindi non mi vado a fossilizzare. È normale: bisogna migliorare in quell’atteggiamento lì”.

Dopo il 5-1 si è girato verso la tribuna, perché? “Cercavo mio figlio Armando perché mi aveva promesso che sarebbe venuto a vedermi, sta un paio di giorni con me. Io li vedo poco i miei figli perché vivono a Empoli e lavorano. E quindi quando viene uno di loro a trovarmi sono molto contento. Lo cercavo in tribuna e non lo vedevo, è una cosa che fa piacere. Ne ho parecchi di figli. Siamo una famiglia numerosa: tra me e la mia compagna abbiamo sei figli. Adesso a Natale quando vado a casa mi vado a riposare e avrò tutta la famiglia con me, questa è una cosa che mi fa stare bene”.

Rimini-Pontedera 5-1, il dopogara

Antonio Cioffi, attaccante del Rimini F.C., grande protagonista della partita: un rigore procurato, due assist per i compagni e un gol. “Oggi è stata una bella giornata, io voglio ringraziare tutto lo staff medico, che in questi due mesi c’è sempre stato, mi ha aiutato molto. Voglio ringraziare tutti i ragazzi, i compagni di squadra, che mi hanno dato una grossa mano, mi hanno sempre detto di non mollare. È tutto merito loro per la prestazione, la partita, i tre punti. I gol e gli assist passano in secondo piano”.

L’atteggiamento è stato la vostra arma vincente? “Tra tutte le partite che ci potevano capitare questa era la più complicata perché si poteva guardare la classifica e dire che il Rimini è più bravo. Però sono le partite più difficili queste perché le devi vincere. Abbiamo approcciato molto bene la partita. C’è una grande mentalità nel gruppo, si rema tutti dalla stessa parte”.

Dove si trova meglio in campo? “Posso giocare pure terzino, l’importante è che il mister mi metta in campo e darò sempre il meglio di me, sia da terzino che da seconda punta o da esterno, non c’è problema”.

Marco Garetto, centrocampista del Rimini F.C., autore di una doppietta. “Sicuramente è una grande soddisfazione, anche perché non avevo ancora trovato il primo gol in casa, davanti ai tifosi, da quando sono arrivato. Quindi farne due addirittura è un’emozione forte. Sono felice che abbiano portato anche la vittoria per la squadra”.

Una partita mai veramente in discussione. “Sapevamo che comunque loro venivano da una grande vittoria per 5-1 contro la Spal, quindi non dovevamo sottovalutare la partita, abbiamo fatto un approccio forte, molto aggressivo, e abbiamo trovato subito il gol su rigore, quello ci ha sbloccato per giocare ancora con più fiducia e continuità. Abbiamo tenuto il controllo per tutta la partita, forse solo in dieci minuti all’inizio del secondo tempo loro avevano preso un po’ il pallino del gioco. Però secondo me è risultato super meritato”.

La squadra sta dimostrando di essere in fase di crescita. Si può dire che avvertiate anche voi questa crescita durante la settimana? “Sì, si può dire benissimo. Infatti non solo la domenica, ma durante la settimana si percepisce questa crescita del gruppo, chi parte dall’inizio e chi entra, tutti danno il loro contributo importante, tutti si fanno trovare pronti. Secondo me la cosa che stiamo migliorando è la consapevolezza della forza del gruppo, e lo stiamo dimostrando in campo”.

Gabriele Perretta, centrocampista e capitano dell’U.S. Città di Pontedera. Come si può giustificare un risultato del genere? “Una partita così non si può giustificare, abbiamo fatto una figuraccia, demeriti nostri, meriti anche al Rimini, che ha fatto una bella partita. C’è da ripartire, lunedì c’è da andare al campo, iniziare una settimana per preparare la prossima partita”.

Come ci si rialza dopo una battuta d’arresto così? “Bisogna andare all’allenamento e allenarsi con lo spirito che con cui abbiamo affrontato questa settimana e tutte le settimane perché siamo una squadra che si impegna molto, siamo sempre lì, ci si allena, sicuramente abbiamo delle lacune che bisogna migliorare, però bisogna continuare a lavorare e migliorarsi singolarmente e tutti insieme di gruppo”.

In avvio di ripresa, con qualche aggiustamento tattico, siete entrati in campo meglio. In realtà la reazione è durata poco. È più merito del Rimini che non si è disunito o demerito vostro? “Noi all’inizio del secondo tempo siamo entrati sicuramente con un piglio diverso, abbiamo tenuto più palla e creato qualche occasione, abbiamo fatto il 3-1, siamo stati bravi a trovare il gol e cerare di riaprirla in qualche modo. Però poi abbiamo commesso altri errori che ci hanno compromesso ancora la partita, e niente”.