Osservatorio Federconsumatori. Nel 2025 oltre mille euro di spese in più a famiglia
Rincari energetici in vista nel 2025 secondo le stime di Federconsumatori. È di pochi giorni fa la notizia dell’aumento di oltre il 18,2% delle tariffe dell’energia elettrica per il primo trimestre 2025 per i clienti vulnerabili (che fa temere anche per l’andamento delle tariffe sul mercato libero). Inoltre – aggiunge l’associazione di consumatori -, a far crescere la preoccupazione sul fronte del gas (i cui costi si mantengono ancora su livelli notevolmente più elevati rispetto a prima della guerra), è proprio la scadenza degli accordi russo-ucraini per il trasporto del gas.
L’Osservatorio Federconsumatori ha calcolato che, nel nuovo anno, si prospetta un aggravio di + 997,20 euro annui a famiglia.
Oltre ai rincari nel settore dell’energia, non mancano anche quelli in campo alimentare, delle assicurazioni, della scuola, e della ristorazione. Assenti, quest’anno, gli aumenti dei pedaggi autostradali: l’emendamento alla Legge di bilancio che avrebbe introdotto un incremento dell’1,8% è stato, infatti, ritirato.
“La stangata in arrivo con il nuovo anno si abbatterà su una situazione già compromessa dai continui rincari registrati negli ultimi anni, che hanno determinato modifiche nelle abitudini di consumo e rinunce. Per questo ci saremmo aspettati una manovra più incisiva, soprattutto dal punto di vista del sostegno alle famiglie. Sarebbe necessario, in tal senso, avviare alcune misure urgenti quali: la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 531 euro annui a famiglia); la promessa e mai realizzata riforma e degli oneri di sistema su beni energetici (eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale); la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare; la disposizione di maggiori aiuti per affrontare le spese relative alla scuola e all’università e garantire il diritto allo studio; lo stanziamento di maggiori risorse per la sanità pubblica; l’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, prima di tutto attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi. Misure che potrebbero, anzi dovrebbero, essere finanziate attraverso l’intervento (largamente annunciato ma non pervenuto) sulla tassazione degli extraprofitti e sul contrasto all’evasione fiscale”.