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Dati preoccupanti

Nel riminese 15 infortuni sul lavoro al giorno nel 2024. 8 le vittime

In foto: Foto di Mesut Ylcn (pexels)
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 11 dic 2024 10:46
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I dati relativi agli infortuni sul lavoro non regalano buone notizie in Emilia Romagna e neppure nel riminese. A metterli il fila è l’osservatorio della Cgil insieme al patronato Inca. In regione si contano nei primi dieci mesi del 2024 già 83 vittime (erano 77 lo scorso anno). Industria e servizi i settori maggiormente coinvolti. In provincia di Rimini invece le persone morte per causa di lavoro nell’anno in corso sono 8. Tra gennaio e ottobre si contano in media 15 infortuni al giorno con un aumento del 4,5% sul 2023 (in controtendenza rispetto al lieve calo registrato in Emilia Romagna). In totale le denunce sono 4.498. La fascia di età più a rischio è quella 41-65 anni, ma con un aumento tra gli ultra sessantacinquenni. Il settore che in provincia conta il maggior numero di infortuni è quello relativo ai servizi di alloggio e ristorazione (quasi il 13% del totale). Ma crescono anche gli infortuni nei settori della sanità e del sociale: 335 (25 in più). Altri comparti a rischio sono le costruzioni, il commercio all’ingrosso e la riparazione autoveicoli. Per quanto riguarda le malattie professionali sono 436 le denunce in 10 mesi con un aumento del 23,2%. Una denuncia su tre ha riguardato donne. Le patologie denunciate sono nel 73% dei casi legate a problemi del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, con un’incidenza percentuale superiore alla media regionale.

A fronte di una situazione in costante deterioramento, la Cgil chiede il rafforzamento degli organismi di vigilanza, il cui organico risulta inadeguato, e un migliore coordinamento delle attività ispettive che permetta di mettere in rete le banche dati di INPS, INAIL e Camere di Commercio. Il sindacato chiede poi maggiore agibilità per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, spesso limitati a ruoli meramente burocratici, e una revisione del ruolo del medico competente, che dovrebbe essere una figura terza, indipendente dall’azienda e dal lavoratore. Infine, CGIL auspica l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel Codice penale e la creazione di una Procura speciale nazionale dedicata esclusivamente a questa materia.