Magrini contro la Finanziaria: "I tagli del Governo duro colpo per gli enti locali"
L’assessore al Bilancio di Rimini, Juri Magrini, punta contro la finanziaria del Governo Meloni, che oggi diventa legge, “caratterizzata dai tagli che colpiranno gli enti locali”. Secondo Magrini, infatti, “nella manovra trovano conferma infatti sia i maggiori vincoli legati al patto di stabilità sull’utilizzo della spesa pubblica, già decisamente limitata e costretta da impegnativi obblighi di accantonamenti di risorse, sia gli annunciati tagli agli investimenti. Complessivamente si parla di 3,2 miliardi di fondi che vengono a meno per via del definanziamento su base pluriennale di specifiche linee di investimento per le opere pubbliche, una misura particolarmente rilevante soprattutto per i comuni più piccoli”.
Per quanto riguarda il Comune di Rimini, “la ratifica di questi tagli – spiega l’assessore – si traduce nei numeri già previsti in sede di bilancio previsionale approvato dal Consiglio poco prima di Natale, con una decurtazione pari a circa 842mila euro, a cui vanno sommati i tagli per oltre 1,5 milioni ereditati dalle precedenti Finanziarie e la restituzione del fondone Covid, per un conto finale che arriva a quasi 2,4 milioni. Un ammanco che il nostro bilancio è in grado di assorbire, in considerazione di una solidità economica finanziaria e di una capacità di programmazione che ci permette ancora di avere una spesa in equilibrio tenendo ferma la barra degli investimenti. Certo è che la politica del ‘tirare la cinghia’ a cui i Comuni italiani sono sottoposti ormai da troppo tempo e che trova un ulteriore seguito in questa ultima Legge Finanziaria, prospetta scenari futuri incerti per i bilanci degli enti locali. Vale per Comuni di grandi e medie dimensioni e fondamentalmente in salute come Rimini, vale soprattutto per le realtà più piccole, che hanno meno possibilità di manovra e per le quali vincoli di spesa restrittivi e soprattutto drastiche contrazioni di risorse possono avere impatti pesanti sulla capacità di continuare a mantenere i servizi essenziali e non venir meno agli impegni presi con i cittadini”.
“Come ricorda oggi il presidente di Anci Gaetano Manfredi in un’intervista a Repubblica – conclude Magrini – gli effetti di questi tagli e vincoli non si vedranno nell’immediato, ma a partire dal 2027, nella fase ‘dopo Pnrr’. Quando, cioè, si assisterà al paradosso: ci saranno nuove scuole, asili, ospedali, più infrastrutture e mezzi per il trasporto pubblico locale realizzati attraverso le risorse del Piano, che però implicheranno costi che non tutti gli enti locali saranno nelle condizioni di sostenere. Credo che la proposta lanciata da Manfredi di avviare un tavolo tra Anci e il ministero dell’Economia sia indispensabile per non lasciare soli i Comuni in questa fase socio-economica così complessa”.