In ospedale a Rimini inaugura la mostra “L’amicizia e i suoi effetti collaterali” con le opere degli studenti del Liceo Artistico di Riccione ispirate dai pazienti di Oncoematologia Pediatrica e diventate un libro.
Conoscere e scoprire la fatica, il dolore, la paura, la speranza e la solitudine che si sperimentano quando un adolescente si ammala di tumore, e che cosa significa dunque affrontare la malattia e quanto l’amicizia e il supporto di un amico siano preziosi. Ecco il significativo messaggio che arriva dalle storie di vita scritte da ragazzi e ragazze che nel loro percorso di crescita hanno incontrato una malattia oncologica (nel nostro Paese ogni anno circa mille adolescenti si ammalano di cancro e intraprendono un percorso doloroso per raggiungere la guarigione), con tutto il suo background e patrimonio annesso. In questo caso ai testi sono state abbinate le opere realizzate dagli studenti del Liceo Artistico di Riccione, ispirate proprio dalle testimonianze dei giovani pazienti dell’Oncoematologia Pediatrica di Rimini. Da questo binomio è nato un libro, intitolato “L’amicizia e i suoi effetti collaterali”, e una mostra omonima, allestita all’ospedale Infermi, lungo il tunnel 1 del DEA, e visitabile fino ad inizio gennaio.
Un progetto di formazione per insegnanti e studenti delle scuole superiori, svoltosi durante l’anno scolastico 2023/2024 e denominato “Quando un adolescente si ammala di tumore…”, sviluppato grazie ai fondi stanziati dal Ministero della Salute per “Attività finalizzata al sostegno psicologico dei pazienti pediatrici affetti da patologia oncoematologica”. “Il nostro obiettivo era favorire la sensibilizzazione verso la malattia oncologica – ha spiegato Roberta Pericoli, direttrice dell’Oncoematologia Pediatrica di Rimini nel corso dell’evento di presentazione dell’iniziativa – e facilitare il reinserimento del ragazzo nel gruppo classe e dei coetanei: sovente infatti gli adolescenti descrivono il ritorno a scuola come difficile, per la comparsa di sentimenti di alienazione rispetto ai loro compagni amici. Sono dunque stati organizzati incontri con alcune classi, a cui hanno partecipato un oncologo pediatra e uno psico-oncologo dell’età evolutiva, durante i quali sono state lette le testimonianze dei nostri pazienti. Ne è seguita una discussione e al termine è stato chiesto agli studenti di produrre degli elaborati che esprimessero le sensazioni evocate dalle esperienze dei loro coetanei ammalati. Sono stati realizzati 20 elaborati artistici, raccolti in un libro assieme alle testimonianze scritte. I ragazzi incontrati ci hanno dimostrato quanto un adolescente informato e consapevole possa essere una preziosa risorsa per ridurre in modo significativo lo stress, la paura, la solitudine, la fatica di un’esperienza oncologica. Grazie a chi ha scritto i testi e a tutti coloro che hanno realizzato le opere illustrate inserite nel volume”.
“L’Oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Rimini è un centro di riferimento a livello regionale e non solo – ha sottolineato Francesca Raggi, Direttrice Medica del presidio ospedaliero, proponendo poi che la mostra diventi permanente individuando uno spazio all’interno dell’Infermi – Nonostante la malattia oncologica in un adolescente sia un tema delicato è importante non restare in silenzio e non avere paura di parlarne, e questo vale per il giovane paziente ma anche per chi gli sta vicino. Inoltre le caratteristiche di questo progetto sono davvero in armonia con l’idea dell’ospedale che stiamo portando avanti: abbiamo una staffetta di iniziative sintetizzate dal motto ‘Abbi cura di me’ per far crescere il senso di appartenenza e di bene comune dell’ospedale. E partendo dal concetto che con lo spazio si entra in risonanza ci tengo ad evidenziare il valore di quel che avete fatto, perché è fondamentale trasformare i luoghi di fruizione in luoghi di relazione e di comunità, in cui ci si sente bene, sia per il paziente che a maggior ragione per i professionisti che ogni giorno popolano questi ambienti”.
A descrivere il progetto dal punto di vista della scuola è stata la professoressa Anna Pisani che ha seguito i ragazzi, ricordando come “dall’anno scorso è stato ribadito in maniera forte l’orientamento anche a livello emotivo e di persona, con figure tutor e un monte ore ad hoc, e questo progetto dal consiglio di classe è stato inserito in quello di orientamento”. “Come istituto è la terza volta che affrontiamo un progetto legato a un ospedale, dopo quelli che si chiamavano ‘Umanizziamo le sale d’attesa’ per il Ceccarini di Riccione e la Casa di Cura Montanari di Morciano – ha spiegato la professoressa Ileana Belluzzi, responsabile dei progetti del Liceo Artistico Volta Fellini di Riccione, nel portare i saluti del dirigente Paride Principi – A tanti progetti diciamo di no, ma mai a proposte che ci arrivano dagli ospedali, realtà che hanno un valore aggiunto, proprio quello altamente formativo per i ragazzi, cioè l’aprire all’empatia, la capacità di capire quelli che sono i problemi degli altri tanto da sentirli come tuoi. Pertanto grazie ancora per l’opportunità che ci avete dato”.
“Quando abbiamo assemblato il libro, ci siamo rese conto che i disegni esprimevano veramente le emozioni dei ragazzi ammalati – ha affermato Samanta Nucci, psicologa del reparto di Oncoematologia Pediatrica riminese – al punto che ci è stato facile abbinare ogni disegno ad una storia specifica, come se artista e paziente fossero la stessa persona, o avessero la stessa risonanza emotiva. Un risultato sorprendente, tanto che è stato impossibile sceglierne uno e abbiamo perciò deciso di pubblicarli tutti, così come è stato difficilissimo individuarne due per il premio. E il disegno in copertina è quello che ha ispirato il titolo del volume: L’amicizia e i suoi effetti collaterali”.
Proprio questo disegno, che simboleggia il significato dell’amicizia e la condivisione verso chi soffre, è uno dei due lavori premiati con altrettanti buoni di 250 euro utilizzabili per l’acquisto di materiale didattico (“Insieme ai ragazzi abbiamo deciso di utilizzarli per l’intera classe di appartenenza”, ha spiegato la professoressa Pisani). L’altro elaborato premiato raffigura uno dei momenti più duri per i pazienti oncologici quale la caduta dei capelli, nel quale incomincia però il combattimento con la malattia: una ragazza si taglia i capelli con le forbici e nello specchio compare una guerriera con spada e armatura.
Prima della cerimonia di premiazione alcuni dei ragazzi autori dei testi hanno letto la loro testimonianza, un momento ricco di emozioni (anche perché è stata data voce alle parole di chi non è guarito, come nel caso di Mery, il cui testo è stato letto dalla zia che lo ha poi donato a una adolescente attualmente in cura). Quindi ci si è spostati all’interno dell’ospedale, per l’inaugurazione della mostra, nel tunnel 1 del DEA.