Il tema di una agricoltura di qualità e sostenibile è stato al centro della scena mediatica durante tutto il 2024, con una amplificazione negli ultimi mesi, a ridosso della tornata elettorale europea. La protesta dei trattori si è mossa un po’ in tutta Europa, con diverse declinazioni a seconda del Paese. E’ partita dalla Germania, con la fine delle agevolazioni fiscali sui carburanti agricoli, per poi passare in Francia, Spagna, e Italia, dove è stata amplificata tutta in chiave di elezione europea, sull’apparente contrasto tra le politiche di transizione ecologia e la sopravvivenza dei piccoli agricoltori. Il dibattito si è così concentrato su campagne identitarie e divisive, come il rischio della sostituzione della carne tradizionale con la carne sintetica, spostando il focus da problematiche più urgenti e poco gestite, come la gestione dei rischi per la salute e l’ambiente degli allevamenti zootecnici intensivi.
La così detta PAC, politica agricola comune, oggi assorbe una larga parte delle sovvenzioni e del bilancio dell’Unione. In molti riconoscono l’urgenza di rivedere programmazione dei fondi europei con una declinazione che tenga conto della necessaria transizione ecologica, ma questo fino ad oggi è stato fatto senza un effettivo coinvolgimento degli attori più numerosi, i piccoli e medi produttori agricoli, né tenendo conto delle diversità logistiche delle filiere dei diversi paesi. Non è un caso se i finanziamenti della PAC oggi arrivino in larga parte a pioggia, legati alle dimensioni dei terreni, a favore delle grandi aziende per oltre il 70%. Pochi i fondi che effettivamente vanno a favorire i piccoli produttori nelle pratiche di agroecologia, uso delle rinnovabili, trasparenza di filiera e benessere dei lavoratori e dei braccianti.
La maggior parte dei piccoli produttori, anche quelli in rete di cooperative, è stato negli ultimi anni schiacciato, a monte, dagli shock esogeni legati a pandemie, guerre, interruzioni delle catene logistiche. Questi eventi hanno influito fortemente nei costi di produzione (energetici, distributivi, delle sementi, fertilizzanti e pesticidi), senza che a valle si riuscisse effettivamente a godere dei prezzi di vendita al consumatore più alti, considerando la forte concentrazione ed asimmetria nella distribuzione al consumo, con il maggior valore assorbito invece dalla Grande Distribuzione Organizzata.
Ma non tutti sono saliti su quei trattori, oppure lo hanno fatto in modo più genuino, non facendo sedere al proprio fianco il politico di turno in cerca di consenso. Con molta resistenza e caparbietà, con alcune innovazioni nella produzione e nell’organizzazione del lavoro e dell’azienda, alcuni imprenditori riescono oggi, seppur tra mille difficoltà, a portare avanti con forza la propria attività agricola. Anche con particolare attenzione alle persone e alla sostenibilità ambientale.
Di questo parleremo il 14 dicembre prossimo con Elisa Zammarchi, Ca’ Masarot a Santarcangelo di Romagna (RN), che con attenzione all’agroecologia e al proprio territorio, sta cercando di aprire l’azienda agricola a un modello organizzativo aperto e partecipato come quello delle Comunità di Supporto all’Agricoltura, e con Pietro Fragasso, presidente della cooperativa la Pietra di Scarto di Cerignola (FG), che utilizzando anche terreni confiscati alla mafia riesce a offrire lavoro e opportunità anche a soggetti fragili.
Senza dimenticare la condizione dei lavoratori e dei braccianti agricoli: assieme ai piccoli imprenditori oggi sono forse le persone a pagare le più gravi conseguenze dell’attuale modello distributivo, caratterizzato da forte concentrazione e mancati o scarsi controlli giuslavoristici e di prevenzione di agromafia e concorrenza sleale. Di questo parleremo nella stessa tavola rotonda con Marco Omizzolo, sociologo di docente di sociopolitologia delle migrazioni all’Università Sapienza.
L’incontro sarà in Grotta Rossa Spazio Pubblico Autogestito in via della Lontra 40, a Rimini, a partire dalle 18, con la possibilità di partecipare ad una cena benefit con intrattenimento musicale. Nelle pagine social dei partner aderenti le modalità di adesione.
Iniziativa promossa da Grotta Rossa Spazio Pubblico Autogestito, Pacha Mama Cooperativa Sociale, Cento Fiori Cooperativa sociale, Federconsumatori Rimini, Associazione Libera Rimini, Associazione Vite in Transito, istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea Rimini, Oxfam Italia.