Il furto si trasforma in rapina, rischiava 3 anni per aver rubato cibo per gatti
Rischiava una condanna a 3 anni di reclusione per aver rubato delle confezioni di cibo per gatti. E’ stata questa la richiesta formulata dal pubblico ministero al termine del processo, con rito abbreviato, che vedeva imputata una 35enne, residente a Rimini, con un passato di tossicodipendenza alle spalle, per un furto da 8 euro compiuto all’interno del Conad di via della Fiera a Rimini. Furto poi trasformatosi in rapina, dal momento che la donna aveva reagito con violenza quando era stata bloccata dal personale di sicurezza. Il gup di Rimini, Raffaele Deflorio, però, l’ha assolta dal reato contestato.
I fatti erano avvenuti nel novembre del 2022, quando la donna si era impossessata di un rotolo di scottex e di due scatolette di cibo per gatti, del valore complessivo di 7 euro e 87 centesimi. Il personale di sicurezza, attraverso le telecamere, l’aveva vista rubare e l’aveva bloccata con la refurtiva alle casse. In attesa dell’arrivo della polizia di Stato, era stata portata negli uffici del supermercato, ma la 35enne, approfittando di un momento di distrazione da parte della security, era riuscita ad allontanarsi. Dopo pochi minuti, però, era ritornata all’interno del Conad per riprendere la refurtiva e alcuni effetti personali dimenticati nella stanza. E’ in quel momento che la 35enne ha aggredito uno degli addetti alla sicurezza mordendolo alla mano destra per poi scagliarsi contro il titolare, graffiato al collo. Arrestata dagli agenti delle Volanti intervenuti sul posto, la donna era risultata recidiva.
Il suo difensore, l’avvocato Alessandro Buzzoni, dopo aver chiesto e ottenuto il rito abbreviato, ha prodotto in udienza una recente sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce, in casi simili, non si tratti di rapina ma di tentato furto aggravato e violenza privata, con possibilità di assoluzione per particolare tenuità del fatto. Una tesi difensiva evidentemente accolta dal gup, che ha assolto l’imputata – che altrimenti rischiava una pena pesantissima – rinviando a 90 giorni per le motivazioni.