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L'analisi Camera di Commercio

Demografia riminese: sempre più anziani e territorio meno attrattivo

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
dom 8 dic 2024 07:17 ~ ultimo agg. 7 dic 18:32
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Un territorio con un numero sempre maggiore di popolazione anziana e che negli anni è diventato meno attrattivo. Sono alcuni degli aspetti che emergono dall’analisi della Camera di Commercio che ha preso in esame le principali variabili demografiche del periodo 2000-2023 con l’anno 2020 punto intermedio, al fine di evidenziare ed isolare gli effetti del Covid.

Al 31 dicembre 2023 la popolazione in provincia di Rimini è di 340.142 residenti con un +25,5% rispetto al 2000 legato però all’ingresso dei 7 comuni dell’Alta Valmarecchia e poi di Montecopiolo e Sassofeltrio. Negli ultimi 23 anni la densità demografica provinciale è passata da 507 abitanti per km quadrato a 369, valore superiore al dato regionale (198) e nazionale (195)). Negli ultimi 3 anni (2020-2023), invece, i residenti sono cresciuti dello 0,7%, mentre la densità abitativa si è ridotta (era 390 nel 2020).

L’età media dei residenti è pari a 46,5 anni (46,4 Emilia-Romagna, 46,1 Italia). In termini strutturali, in provincia di Rimini il 24,3% della popolazione è over 64enne (dato inferiore al contesto regionale 24,7% e allineato alla media nazionale), mentre l’11,9% è nella fascia di età 0-14 anni; nel confronto con il 2000 si nota un decremento dell’incidenza di quest’ultima classe di età (era pari al 12,8%), un incremento dell’incidenza della popolazione anziana (era il 19,2%) ed una contestuale riduzione dell’incidenza della popolazione definita potenzialmente attiva (15-64 anni, dal 68,0% al 63,8%). L’aumento dell’incidenza degli over 64enni ha portato in provincia un incremento dell’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni, da 150,8 del 2000 a 204,8 del 2023), dell’indice di dipendenza degli anziani (rapporto tra la popolazione di età 65 anni e più e la popolazione in età attiva, da 28,3 a 38,2) e dell’indice di struttura (rapporto tra la popolazione di 40-64 anni e la popolazione di 15-39 anni, da 94,4 a 152,3).

Nota dolente anche il calo di natalità il cui tasso è passato da 9,6 a 5,8 nati vivi ogni mille abitanti, mentre la mortalità è aumentata (tasso di mortalità – deceduti per mille residenti – da 9,3 a 10,2); rispetto al periodo Covid la mortalità è tuttavia in riduzione, in quanto nel 2020 si era registrato un tasso pari al 12,5 (13,3 Emilia-Romagna, 12,5 Italia). La crescita naturale della popolazione residente (differenza tra nati e morti per mille abitanti) in provincia è pertanto negativa (-4,5), ma più contenuta del dato regionale (-5,0) e nazionale (-4,8); dal 2000 è evidente il peggioramento di questo parametro in provincia di Rimini (era +0,3) e su tutti i territori di confronto, mentre dal 2020 è visibile un recupero dovuto sostanzialmente al rientro in media della mortalità.

Dal 2000 la speranza di vita alla nascita nel territorio provinciale è aumentata di 4 anni (da 80,6 a 84,6) e di 2 anni dal 2020, dove causa pandemia la vita attesa era scesa a 82,7 anni. L’aspettativa di vita dei residenti in provincia rimane, in ogni modo, superiore al dato regionale (83,6 anni) e nazionale (83,1 anni).

L’attrattività del territorio provinciale (differenza tra immigrati ed emigrati, comprensiva dei movimenti di cittadini italiani e stranieri da altri Comuni e dall’Estero, N.d.R.), si è ridotta dal 2000: il tasso migratorio netto (saldo migratorio per mille residenti) è sceso da 9,5 del 2000 a 8,0 del 2023, toccando un minimo nel 2020 di 4,5, periodo in cui i flussi di immigrazione ed emigrazione si erano ridotti per le note restrizioni sanitarie alla circolazione dovuti alla pandemia.

La popolazione straniera residente in provincia di Rimini (37.749 unità al 31/12/2023) è cresciuta in modo rilevante nel lungo periodo (+301,5%) e la sua incidenza è passata dal 3,5% del 2000 all’11,1% del 2023, valore superiore al dato nazionale (9,0%). Negli ultimi 3 anni, invece, la popolazione straniera in termini assoluti è di fatto stabile.