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Produzione sospesa

Ceramiche Del Conca, crisi profonda. Scatta la cassa integrazione

In foto: Ceramiche Del Conca (da google maps)
Ceramiche Del Conca (da google maps)
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 5 dic 2024 18:39 ~ ultimo agg. 6 dic 14:45
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Situazione delicata per il futuro delle Ceramiche Del Conca ma, se per lo stabilimento di Savignano sul Panaro nel modenese ci sono prospettive di ripresa, la situazione di quello di San Clemente sembra più a rischio. Venerdì il tema sarà al centro di un esame congiunto in Regione alla presenza delle parti sociali, tra cui la Filctem Cgil che sta seguendo la vertenza. Complessivamente si parla di circa 325 dipendenti, 99 dei quali nel riminese. La crisi che ha portato all’apertura di una cassa integrazione straordinaria è legata al calo a doppia cifra degli ordini nel corso del 2023 con un conseguente tracollo del fatturato. A complicare la situazione dello stabilimento di San Clemente c’è il fatto che, a differenza di quello del modenese, si focalizza sulla realizzazione di prodotti destinati ad un segmento di mercato dove la concorrenza negli ultimi anni è diventata spietata (in particolare dall’oriente) anche in termini di costi. Una minore flessibilità che rende ancora più a rischio il futuro. La cassa integrazione scatterà dalla prossima settimana e si protrarrà per 10 mesi con l’auspicio poi di una ripresa del mercato (più complicata, come detto, per la realtà riminese). L’accordo raggiunto tra sindacati e proprietà a San Clemente prevede la possibilità per una cinquantina di dipendenti di essere coinvolti in un sistema di rotazione del personale nello stabilimento del modenese (con rimborso chilometrico e alloggio). Inoltre ci saranno incentivi per gli esuberi volontari e la possibilità di ricollocamento in mansioni diverse. Il sito riminese sospenderà la produzione, mantenendo operativi uffici e magazzino. Per i dipendenti dello stabilimento del modenese la cassa integrazione dovrebbe essere limitata ai primi mesi del 2025 per poi, spiega l’azienda, ripartire a pieno regime.

La nota di Ceramiche del Conca

Ceramica del Conca ha investito negli ultimi anni 117 milioni di euro, in gran parte presso lo stabilimento di Savignano sul Panaro (MO) e presso il Centro logistico di Solignano (MO) per garantire alti standard di servizio per la clientela e per realizzare una fabbrica con impianti produttivi dotati della migliore tecnologia presente nel settore a livello mondiale, in grado di assicurare eccellenti prestazioni in ambito di sostenibilità e di salute e sicurezza sul lavoro, e per affacciarsi a nuovi segmenti di mercato per dare un miglior futuro all’azienda.
Presso la sede di Savignano l’azienda occupa oltre 200 lavoratori, assunti quasi esclusivamente con contratto a tempo indeterminato. A tutti i dipendenti vengono riconosciuti due livelli retributivi derivanti dal CCNL di settore e da un contratto integrativo aziendale.
Il percorso di riorganizzazione presentato ai sindacati ed alle rappresentanze dei lavoratori il 18 novembre scorso ha l’obiettivo di valorizzare i grandi investimenti fatti e dare maggiore continuità lavorativa.
L’intervento della cassa integrazione richiesto a partire dal prossimo 9 dicembre prevede, ad oggi, un coinvolgimento per i lavoratori di Savignano limitato ai primi mesi del nuovo anno per poi ripartire a pieno regime.
Rispetto a quanto erroneamente riportato, Del Conca precisa che la tredicesima mensilità 2024 sarà regolarmente erogata e non è mai stata messa in discussione.
Le distanze con la Filctem Cgil e la Rsu di Savignano si sono invece registrate in merito ai ratei di tredicesima da maturare durante la CIGS, non previsti dalla normativa: per compensare tale disagio e sostenere i lavoratori l’Azienda ha proposto misure economiche alternative sostanzialmente equivalenti.
Queste condizioni aggiuntive e migliorative saranno riproposte da Del Conca anche nei prossimi incontri con lo scopo di raggiungere un’intesa su un percorso condiviso.
L’iniziativa indetta dal sindacato e dalla Rsu sorprende, pertanto, alla luce delle disponibilità presentate e rappresenta una discontinuità con le costruttive relazioni industriali che hanno accompagnato la storia della sede di Savignano.