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Buscé nel dopogara: “La squadra è matura, ha imparato a soffrire”

Antonio Buscè davanti alla sua panchina

Ecco le dichiarazione di Buscé al termine di Campobasso-Rimini 1-2 (leggi la notizia)

“Innanzitutto una vittoria contro una squadra forte, contro un allenatore che in questa categoria è una icona. Quando gli ho fatto i complimenti prima della partita gli ho detto la verità, che era un onore e un piacere incontrarlo. Era veramente bello venire a fare questa partita a Campobasso. Venivamo da una partita difficile e dura a Vicenza, dove questa squadra non si è risparmiata, giocando bene e con grande intensità. Con i viaggi di mezzo non abbiamo praticamente preparato nulla sul campo, questa partita a Campobasso l’abbiamo preparata solo a livello cognitivo. Avevo chiesto alla squadra di reggere i primi sessanta minuti a tutta birra, cercando in questo lasso di tempo di andare in vantaggio. Hai di fronte un avversario importante e se non reggi a livello di intensità fai fatica. Ho detto ai ragazzi che non dovevamo gestire, dovevamo fare la prima ora al massimo cercando di fare gol e poi vedere nel tempo restante cosa sarebbe successo. E infatti è ciò che è accaduto. Potevamo sfruttare meglio qualche ripartenza nel secondo tempo, però i ragazzi sono stati bravi a soffrire. Quando il Campobasso ha accorciato le distanze vedevo una squadra in difficoltà ma che accettava di subire. E’ anche un discorso di maturità. Poi è andata come è andata e siam tutti contenti, vincere qui diventa quasi una impresa e i miei ragazzi ce l’hanno fatta”.

Un rendimento diverso da casa a trasferta. Qual è il vero Rimini e quali sono i margini di miglioramento soprattutto per le partite interne? “Siamo etichettati come squadra da trasferta, i numeri lo dicono. Fuori casa sviluppiamo un gioco più libero, e lo facciamo soprattutto quando arrivano squadre che giocano la partita. Anche in casa, per esempio contro la Vis Pesaro, se avete visto la partita è stata una prestazione importante da parte nostra. Non è vero che non abbiamo creato, abbiamo creato tanto senza riuscire a fare gol. A volte in casa sei un po’ più contratto, a volte subiamo poi ripartiamo perché sei libero di testa. Le componenti sono tante. Fuori casa invece riesci a gestirla di più, qualche squadra ti lascia più spazio, non avendo giocatori che operano il dribbling secco per creare superiorità numerica a parte il Cioffi di questa sera che è quello che conosciamo tutti e che conosco io, quel giocatore che quando sta bene salta l’uomo e porta dei benefici a tutti. Quando questi giocatori ce li hai a disposizione, perché purtroppo Cioffi e Malagrida sono stati praticamente due mesi fermi tra infortuni e ricadute, speriamo incrociando le dita che ora abbiano continuità perché porteranno continuità alla squadra”.

Questa alternanza di risultati nel campionato come lo vede? A parte Pescara e Ternana chiunque può fare risultato su qualsiasi campo. “E’ quasi una piccola serie B questo campionato, trovi squadre che hanno una storia di calcio alle spalle e ora i valori vengono sempre più fuori. Posso citare Perugia, Ascoli e Spal, giocatori importanti che hanno fatto un po’ più fatica. Come dicevo al direttore Di Battista prima della partita questo è un campionato dove soprattutto le neopromosse stanno facendo un ottimo campionato, per cui è un torneo livellato e difficile. E’ un campionato dove davvero puoi perdere con chiunque e vincere con chiunque. Noi a Terni nonostante lo svantaggio abbiamo fatto una signora partita. Noi dobbiamo pensare a lavorare in un certo modo. Anche sul 2-0 questa squadra vedeva un po’ i fantasmi prima come a Carpi la prima di campionato, ora invece abbiamo più maturità. Accettiamo il fatto che dobbiamo subire l’avversario, se non lo fai ti disunisci. Quando una squadra inizia ad avere questa maturità fa lo step successivo. Ma abbiamo ancora molto da lavorare e migliorare, dobbiamo sbagliare il meno possibile, in questo campionato se abbassi un momento il livello possono farti male. E il Campobasso era una di queste squadre. Di Stefano ha fatto un grande gol, da categoria superiore, quindi se abbassi l’attenzione ti possono mettere in difficoltà”.

E’ realistico puntare al doppio obbiettivo? “Ripeto ciò che ho detto prima, non ci poniamo obbiettivi. Noi dobbiamo cercare di migliorare un po’ quello che abbiamo fatto lo scorso anno. E’ il primo anno per me nei professionisti e sto cercando di rubare un po’ il mestiere anche dai miei giocatori. Qualcuno di loro ha fatto già questa categoria. Non voglio essere ruffiano quando dico loro di darmi una mano, ho bisogno di imparare. La classica gavetta. Chi ha fatto questa categoria lo sa. Quando uno non vuole più migliorare diventa presuntuoso, cosa che non appartiene né a me né ai miei ragazzi. Dobbiamo arrivare al campo e preparare già dal lunedì la partita. Quando attacchi la spina durante la partita senza averla preparata fai fatica, e io avendo fatto questo mestiere dall’altra parte so cosa vuol dire. Dobbiamo stare sul pezzo e avere quella umiltà di dire ‘ho sbagliato’ e ricomincio. E questo devono fare i miei ragazzi, questa è la strada giusta, se pensiamo di fare altro diventa tutto un problema. La strada è ancora lunga, dobbiamo finire ancora il girone di andata, per cui figuriamoci quante difficoltà ancora ci saranno. Noi dobbiamo essere pronti”

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