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opposizione all'archiviazione

Tragedia dopo il parto in casa, slitta la decisione sulle ostetriche indagate

In foto: l'aula Gip-Gup del tribunale di Rimini
l'aula Gip-Gup del tribunale di Rimini
di Lamberto Abbati   
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lun 18 nov 2024 18:28 ~ ultimo agg. 19 nov 16:06
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Si è riservato la decisione il gup di Rimini, Vinicio Cantarini, al termine dell’udienza di opposizione all’archiviazione per le due ostetriche di 46 e 28 anni, indagate per omicidio colposo, dopo la morte del piccolo Alessandro, datata 5 novembre 2022. Il sostituto procuratore di Rimini, Anndadomenica Gallucci, sulla base di una corposa perizia di 123 pagine, firmata  dalla dottoressa Arianna Giorgetti e dal professor Pantaleo Greco, aveva chiesto l’archiviazione delle due ostetriche, professioniste private specializzate nel far nascere i bambini in casa. I consulenti della Procura, infatti, pur rilevando alcuni errori professionali, hanno evidenziato la mancanza del nesso di causalità tra la condotta delle due professioniste e l’evento del decesso del bimbo.

Una conclusione fortemente contestata dall’avvocato Piero Venturi, legale dei genitori del piccolo Alessandro, che in forza di una perizia, affidata ai professori Domenico Arduini e Giuseppe Fortuni, ha sostenuto come la serie di condotte contrarie alle linee guida poste in essere dalle due indagate, abbia influito sull’evento morte. I due medici legali hanno posto l’accento in particolare sulle 27 ore e 30 minuti di travaglio prima della corsa in ospedale e sull’infezione da Streptococco non diagnosticata al piccolo. Da qui la richiesta dell’avvocato della coppia al gup di ordinare l’imputazione coatta delle due ostetriche o in subordine la sollecitazione al pm di richiesta di incidente probatorio.

I genitori del piccolo Alessandro nel frattempo hanno ripercorso il loro dramma nel programma tv ‘Le Iene’. Per i difensori delle due ostetriche, le avvocatesse Martina Montanari e Chiara Baiocchi, da parte delle persone offese “continua l’accanimento per cercare una responsabilità penale anche dove non c’è”.