Raid a Bellaria. L'ex sindaco Fabbri: agire subito, non restare passivi
La violenza del raid di sabato sera al centro ricreativo di Bellaria Monte ha provocato, tra le altre, la reazione indignata dell’ex sindaco di Bellaria Ferdinando Fabbri che racconta come l’azione fosse stata preceduta da “sopralluoghi provocatori” nei mesi precedenti. Fabbri parla di una comunità ferita che non può restare passiva e chiede all’amministrazione e alle forze politiche di “organizzare iniziative che diano subito una risposta forte partendo proprio dal Circolo ricreativo parrocchiale e da Bellaria monte“.
“Quello che è avvenuto sabato notte – scrive – è di una gravità enorme che va ben oltre agli aspetti dello scontro fra bande di tifosi. E’ un fatto che ha colpito tutta la comunità locale, una ferita che non può lasciare indifferente nessuno né essere relegata ad un vecchio e persistente attrito fra stupide tifoserie. Sabato notte 2 novembre si è messo in atto un piano squadristico ben programmato e studiato da tempo, addirittura preceduto nei mesi scorsi da sopraluoghi provocatori avvenuti dentro lo stesso bar. Un gruppo numeroso con passamontagna sul volto, armato di bastoni spranghe e catene ha colpito le persone presenti, distrutto il locale, urlato minacce, fracassando tutto quello che si poteva. Una delle zone più tranquille di Bellaria, in piena campagna, a ridosso della settecentesca piccola chiesa Santa Margherita, in un centro ricreativo caratterizzato dal bar, dal circolo delle boccette e dal teatrino parrocchiale, è stata ferita in un modo inaccettabile e inconcepibile. Una ferita che sanguina. Che lascia interdetti e che non può trovarci inermi. C’è chi ha parlato del silenzio dei soci gestori e della paura delle famiglie che vivono nella zona.
In questa nostra terra di Romagna non possiamo permetterci la paura e il silenzio. Occorre che la comunità, non solo bellariese, risponda. L’episodio non è circoscrivibile allo scontro fra bande di giovani tifosi, investe il modo di essere comunità, di vivere un territorio, di dare un senso alle relazioni con gli altri, il piacere e la serenità dello stare insieme. Non si può essere passivi. Non basta il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura. Il fatto è gravissimo. Invito le forze politiche, l’amministrazione comunale con il sindaco Giorgetti in testa a organizzare iniziative che diano subito una risposta forte partendo proprio dal Circolo ricreativo parrocchiale e da Bellaria monte. Sentirsi comunità vuol dire essere consapevoli dei valori che ci uniscono e battersi fino in fondo per la loro difesa, contro ogni insulto, ogni violenza, ogni sopraffazione che creano ostilità, paura e inciviltà.