Indietro
menu
'stop al cemento'

Nuovo mercato ittico. Il Comitato Sinistra del Porto: scelta sbagliata

In foto: la conferenza del Comitato
la conferenza del Comitato
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 12 nov 2024 16:33 ~ ultimo agg. 13 nov 12:21
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 4 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Il Comitato Sinistra del Porto oggi ha incontrato la stampa nell’area dove dovrebbe sorgere il nuovo mercato ittico all’ingrosso di Rimini.
Una scelta, quella di posizionare il progetto nell’area verde davanti a via Muccioli, fortemente contestata: “Vogliamo riappropriarci dei nostri spazi dicendo BASTA CEMENTO e STOP a INQUINAMENTO ATMOSFERICO”, dicono i cittadini che sostengono il Comitato.
“I tempi sono cambiati, questo è un territorio incuneato fra 2 fiumi e il mare, le ultime alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna e tutta l’Europa, vedi Valencia, dovrebbero farci riflettere molto, noi potremmo essere i prossimi vista la fragilità del nostro territorio”. Niente contro i pescatori, chiarisce il Comitato, ma contro la scelta di un’area inadatta per i problemi logistici, in mezzo alle case e con strade strette, e perché cementificherebbe un prezioso spazio verde. E le alternative non mancano. Tra quelle suggerite: l’area degli ex Mercatone uno e Metro, vicina a Caar e autostrada.
La Consigliera comunale Gloria Lisi, che ha chiesto accesso agli atti ma ancora senza risposta, nella seduta di giovedì presenterà un’interrogazione in Consiglio Comunale sul mercato all’ingrosso dell’asta del pesce. Presente alla conferenza stampa Sauro Pari, presidente della Fondazione Cetacea, candidato alle regionali per Alleanza Verdi-Sinistra.

Il Comitato “riconosce l’importanza di dotare la città di una struttura moderna e funzionale per il mercato ittico. Tuttavia, si ritiene fondamentale che la costruzione del nuovo mercato avvenga solo dopo aver valutato con approfondimenti tecnici la possibilità di ristrutturare l’esistente, come già previsto per il mercato centrale coperto. “Il patrimonio edilizio va recuperato dove possibile, come spesso proclamato dall’Amministrazione Comunale,” sottolinea il Comitato.
Il progetto del nuovo mercato, infatti, non tiene conto del fatto che le esigenze del settore ittico sono cambiate negli ultimi 30 anni. Se da un lato la flotta dei pescherecci si è ridotta drasticamente, dall’altro lato il tessuto urbano circostante è mutato, con problematiche legate al traffico, alle alluvioni e al cambiamento climatico che ora richiedono soluzioni più sostenibili”.

Nuovo mercato ittico di Rimini. Il Comitato Sinistra del Porto contesta: scelta sbagliata

A fine ottobre c’era stato un incontro tra una rappresentanza del Comitato e gli assessori Montini, Morolli e Frisoni. L’assessora Montini aveva aggiornato sull’avanzamento dell’iter dell’opera. Ad oggi l’Amministrazione ha assegnato e finanziato l’incarico per l’aggiornamento del progetto, che sarà aggiornato rispetto a quello presentato nel 2021, sia sulla base delle indicazioni contenute nel nuovo FEAMPA 2021 – 2027 (il nuovo programma di finanziamento ministeriale a cui l’Amministrazione ha avuto accesso con un contributo di 6.850.000 euro grazie anche al supporto della Regione Emilia-Romagna), sia tenendo conto, ha sottolineato la Montini, delle più recenti soluzioni tanto per ottimizzare le performance del complesso sotto il profilo energetico quanto per migliorarne la sua integrazione nel contesto in cui si cala. Aspetto quest’ultimo sottolineato dall’assessora Montini, che ha confermato come le prime indicazioni che emergono dalla progettazione in corso saranno fortemente migliorative rispetto all’adattamento del nuovo centro per la pesca al contesto urbano.

Quanto all’accessibilità dell’area, i rappresentanti della Giunta hanno fornito chiarimenti in merito alla fruibilità della zona attorno al centro della pesca. Questo sia per la nuova disposizione prevista per il punto di sbarco del pescato (sempre su via sinistra del porto) che consentirà di ridurre notevolmente la lunghezza del percorso che i mezzi di trasporto della merce dovranno percorrere rispetto a quello attuale, sia per le soluzioni adottate nella progettazione che comprendono ad esempio due vie separate, una di accesso e una di uscita, per i mezzi che raggiungono il centro della pesca. Inoltre l’assessora Montini ha sottolineato che per natura quella del mercato ittico è un’attività che prevede un’affluenza alla struttura distribuita in diverse fasi e non concentrata in un unico momento.

L’assessora ha poi assicurato che una volta che la progettazione sarà completata e sarà vagliata dalla Giunta comunale, sarà presentata ai cittadini che saranno convocati ad un nuovo incontro.

Le dieci domande del Comitato all’Amministrazione Comunale:

  1. Impatto ambientale: Quali studi sono stati condotti sull’impatto del traffico, del rumore e dell’inquinamento atmosferico causati dal nuovo mercato, situato in un quartiere residenziale?

  2. Flotta di pescherecci: Di quante unità si è ridotta la flotta dei pescherecci riminesi negli ultimi 30 anni? Quanti pescherecci sono ancora in disarmo e in attesa di rottamazione?

  3. Partecipazione alle aste: Quanti operatori partecipano mediamente alle aste del pesce nell’attuale mercato con una sala da 120 posti?

  4. Impermeabilizzazione del suolo: Quanti metri quadrati di suolo verranno ulteriormente impermeabilizzati nei prossimi 5 anni nel comune di Rimini (compresi nuovi edifici, strade, piscine, scuole, TRC e altre opere)? Più o meno di 50.000 mq?

  5. Recupero del suolo: Nell’area di Via Leurini dove c’è l’attuale mercato il Comune (dato l’ingente investimento di risorse pubbliche che farà per il nuovo mercato ittico, circa 2 milioni di euro a carico della collettività per una struttura gestita da una cooperativa privata) ha pensato di abbattere l’edificio e dare vita a un parco alberato come per la colonia Ex Enel di Marebello in modo da mitigare almeno in parte l’impatto della nuova cementificazione o lo lascerà alla speculazione edilizia?

  6. Spostamento del mercato: È stata presa in considerazione la possibilità di spostare il mercato ittico fuori dal centro abitato, come già avvenuto in altre città italiane e europee (ad esempio Chioggia)?

  7. Futuro del settore ittico: Sulla base di quali studi di mercato e delle tendenze europee, l’Amministrazione ritiene che abbia senso costruire un nuovo mercato ittico con una superficie triplicata rispetto all’esistente quando, per contrastare il cambiamento climatico le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti i riminesi Greenpeace, Legambiente, WWF, Fridays for Future, le Nazioni Unite, la FAO e il divulgatore scientifico di fama mondiale Stefano Mancuso proprio il 18 marzo 2023 da Rimini chiedono a gran voce la riforestazione dei pochi spazi verdi ancora disponibili nelle città?

  8. Vocazione del quartiere: Il Comune ha deciso se San Giuliano Mare deve avere una vocazione residenziale e turistica, con investimenti su verde, lungomare e passeggiate (nuovo boulevard) , o produttiva?

  9. Contraddizioni nelle politiche ambientali: Ha ancora senso spendere tempo e risorse pubbliche negli incontri promossi da Anthea sul Piano del verde, dal Forum Rimini Venture per il Piano Strategico e dal Patto per il lavoro e il Clima della Regione Emilia Romagna in cui si arriva sempre alle medesime conclusioni: stop all’uso di nuovo suolo, riforestazione della Città, desigillazione di più superfici impermeabilizzate possibile quando poi l’amministrazione continua ad agire in contrasto con tali principi?

  10. Strategia ATUSS e rigenerazione urbana: Cosa dice la Regione Emilia Romagna degli impegni presi in fase di approvazione della strategia Atuss a San Giuliano Mare “La pandemia ha obbligato ad un’accelerazione nel disegno di un nuovo modello di città che era già in embrione e che è diventato oggi quanto mai necessario e urgente perseguire. Un modello basato su una radicale rigenerazione urbana, che individua tra i pilastri lo stop al consumo di territorio, a fronte di una riqualificazione sostenibile dell’esistente e a una diffusa rinaturalizzazione della città”. Abbiamo scherzato?