Nei giorni scorsi la Regione Emilia Romagna aveva chiesto un tavolo nazionale per trovare una soluzione condivisa dopo l’annuncio della chiusura dei due punti vendita di Rimini e di Pozzuoli del Gruppo Metro Italia. Una richiesta che ha fatto seguito al tavolo di crisi convocato a Bologna con i vertici dell’azienda, i sindacati, il Comune e la Provincia di Rimini. Metro Italia, ad ottobre, ha annunciato la chiusura per fine anno dei due punti vendita. In quello riminese sono 32 i dipendenti diretti a cui si aggiungono i lavoratori del magazzino di Pozzuoli, e altri che operano in appalto. L’obiettivo della Regione è trovare in sede ministeriale una soluzione che porti alla tutela dei lavoratori della Metro a Rimini, punto vendita storico dell’azienda, specializzata in prodotti alimentari e attrezzature per la ristorazione per locali e hotel. L’obiettivo è quello di attivare tutti gli strumenti possibili per accompagnare la transizione e per la riconversione dei lavoratori, partendo dalle possibilità di ricollocazione nell’ambito del gruppo Metro, ma cercando anche il coinvolgimento di altre realtà locali. Proprio per questo le istituzioni hanno chiesto al Gruppo di non abbandonare il territorio e di studiare insieme una soluzione condivisa. La Regione punta ad evitare atti unilaterali che mettano in difficoltà le persone impiegate nei due siti, per la maggior parte donne, che per questioni anagrafiche potrebbero non trovare facilmente una collocazione e per le quali è necessario trovare soluzioni economiche e sociali.
Intanto i dipendenti del punto vendita riminese hanno scritto una lettera aperta al sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad rappresentando lo sconforto e la preoccupazione per una situazione inattesa e puntando il dito sulle scelte dell’azienda: “siamo vittime di gestioni indegne“.
La lettera dei dipendenti Metro al sindaco Sadegholvaad
Come ben sa, il 19 settembre le nostre vite e quelle delle persone a noi vicine sono cambiate, la sicurezza e la stabilità economica che avevamo fino a quella giornata ora non ci sono più. In tale data si annuncia, la chiusura del nostro Punto Vendita (Rimini) oltre che quella del P.V. di Pozzuoli. Nessuno si sarebbe aspettato una notizia simile. Freddezza, stupore e neanche il tempo di una reazione. Nemmeno quella del pianto, per la circostanza di una situazione improvvisa, perché non prevista. Già, con una rapidità inaudita, fredda, disumana di chi ha la presunzione di avere il coltello sempre dalla parte del manico, ed incurante di tutto il resto. In un’istante lo sconforto, la tristezza, la preoccupazione di chi nel tempo, ha speso la propria vita in prima persona a rendere grande un’azienda leader di mercato come Metro. Convocati dalla Direzione del Punto Vendita, come se nulla fosse: “Si chiude, l’Azienda ha deciso che non siamo più sostenibili”.
Tutti noi, le nostre famiglie, i clienti e fornitori, destabilizzati per questa decisione assurda.
La nostra città di Rimini!?
Il nostro vasto entroterra! Con un forte potenziale nel settore della ristorazione, con un tratto di costa lungo circa 91 km?!
Rimini e dintorni, come ben sappiamo, sono sede di fiere e congressi internazionali, con un quartiere fieristico tra i più importanti in Europa grazie alla posizione geografica e alla concentrazione di strutture ricettive, servizi, eventi, cultura e benessere.
L’azienda, sin dall’apertura del 2004 del nostro negozio situato a Rimini nord in via Tolemaide 130, ha fatto il primo clamoroso errore…posizionarsi lontano dai potenziali clienti. Posto in condizione di miglior favore, avrebbe un notevole incremento di fatturato! Questa folle decisione non può passare inosservata sulla nostra calda e intensa città! Colpa di errori e strategie aziendali sbagliate fatti da persone fredde che nemmeno conoscono il nostro valore e il nostro territorio.
Speranzosi in una profonda riflessione.
Cordialmente,
I dipendenti Metro Rimini – vittime di gestioni indegne