Mercato ittico, il Comitato torna all'attacco con le dieci domande al sindaco
Il Comitato Sinistra del Porto torna a contestare la scelta di realizzare il nuovo mercato ittico nell’area verde davanti a via Muccioli, nel quartiere tra porto e darsena. nel mirino, in particolare, il sindaco Sadegholvaad al quale vengono reiterate le dieci domande sull’opportunità di realizzare il progetto in quella zona.
Premessa: “Il problema caro Sindaco, non è la sindrome NiMby “Not In My Back Yard” che per questa opera sarebbe più opportuno definire NiNby “Not In Nobody Back Yard” perché un mercato ittico non dovrebbe stare vicino al giardino di nessuno date le lavorazioni che vengono svolte e all’orario delle stesse”.
“Quindi vorremmo provare a convincerla a studiare, magari partecipando a uno degli splendidi talks ispirazionali della fondazione Piano Strategico come quello di venerdì scorso al Fulgor con Gaia Vince dal titolo “Come sopravviveremo alla crisi climatica”. “Avrebbe ascoltato dalla voce di una delle più autorevoli firme scientifiche del The Guardian come Rimini rischia di essere sommersa dall’acqua tra qualche decina di anni se continuiamo a costruire e antropizzare il territorio senza sosta. Avrebbe compreso quanto sia importante riforestare le poche aree verdi rimaste nelle città e quanto stiamo rischiando ogni volta che si verifica un evento estremo dovuto ai
cambiamenti climatici in corso”.
“Per fortuna di cittadini che ascoltavano ne ne erano molti e lo straordinario risultato che la nostra raccolta firme (oltre mille ndr) sta ottenendo giorno dopo giorno è il segno che sta nascendo una nuova coscienza collettiva lontana dalle logiche di potere della politica”.
E ancora: “Come mai si è preso l’impegno di coinvolgere i cittadini nelle decisioni che verranno prese in merito al nuovo stadio ma si è guardato bene dall’incontrare i cittadini di San Giuliano per coinvolgerli nella progettazione del nuovo mercato? Di occasioni ne ha avute diverse negli ultimi anni, è venuto spesso a San Giuliano anche insieme al presidente della regione Bonaccini, ma una volta presentava il nuovo lungomare, una volta decantava il nuovo boulevard lungo il porto e si è sempre dimenticato anche solo di accennare alla costruzione del nuovo mercato ittico.
Noi la aspettiamo a braccia aperte sperando ci porti anche le risposte alle 10 semplici domande che le abbiamo posto?”
Le domande nello specifico:
1) Quali studi sull’impatto del traffico, del rumore e dell’inquinamento sono stati eseguiti prima di progettare un nuovo manufatto per il nuovo mercato ittico all’ingrosso in mezzo a un quartiere residenziale?
2) Su quali studi di mercato e delle tendenze del settore ittico a livello Italiano ed Europeo l’amministrazione comunale ritiene che nel 2025 abbia senso iniziare la costruzione di un nuovo mercato ittico con una superficie triplicata rispetto all’esistente in un prato verde quando, per contrastare il cambiamento climatico le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti i riminesi, Greenpeace, Legambiente, WWF, Fridays for Future, le Nazioni Unite, la FAO e il divulgatore scientifico di fama mondiale Stefano Mancuso proprio il 18 marzo 2023 da Rimini chiedono a gran voce la riforestazione dei pochi spazi verdi ancora disponibili nelle città?
3) Quanti mq di suolo si prevede di impermeabilizzare ancora nei prossimi 5 anni nel comune di Rimini (strade, piscine, asili, scuole, espansione fiera, trc, ecc)?
4) Quanti degli attuali pescherecci ormeggiati lungo il portocanale sono in disarmo e in attesa di rottamazione come quello appena affondato e ancora visibile sulla sponda destra?
5) Di quante unità si è ridotta la flotta dei pescherecci riminesi negli ultimi 30 anni? E soprattutto di quanto si è ridotto il pescato?
6) Nell’area di Via Leurini dove c’è l’attuale mercato il Comune (dato l’ingente investimento di risorse pubbliche che farà per il nuovo mercato ittico, circa 2 milioni di euro) ha pensato di abbattere l’edificio e dare vita a un parco alberato in modo da mitigare almeno in parte l’impatto della nuova cementificazione (vedasi nuovi condomini che stanno sorgendo in zona) o lascerà alla speculazione edilizia?
7) E’ stata studiata, per capire se ha ragioni fondate, la tendenza che c’è un po’ in tutta Italia e in Europa di spostare le funzioni logistiche e produttive fuori dai centri abitati e vicino alle strade di scorrimento? (si veda esperienza del mercato ittico di Chioggia e Genova)
8) Il Comune ha deciso se San Giuliano Mare deve essere un quartiere a vocazione residenziale-turistica e quindi investire sul nuovo lungomare, sulle piste ciclabili, sulle strade di accesso, sul verde oppure un quartiere a vocazione produttiva?
9) Ha ancora senso spendere tempo e risorse pubbliche negli incontri promossi da Anthea sul Piano del verde, dal Forum Rimini Venture per il Piano Strategico e dal Patto per il lavoro e il Clima della Regione Emilia Romagna in cui si arriva sempre alle medesime conclusioni: stop all’uso di nuovo suolo, riforestazione della Città, desigillazione di più superfici impermeabilizzate possibile quando poi l’amministrazione continua da anni ad agire in contrasto con tali principi?
10) Cosa dice la Regione Emilia Romagna degli impegni presi in fase di approvazione della strategia Atuss a San Giuliano Mare “La pandemia ha obbligato ad un’accelerazione nel disegno di un nuovo modello di città che era già in embrione e che è diventato oggi quanto mai necessario e urgente perseguire. Un modello basato su una radicale rigenerazione urbana, che individua tra i pilastri lo stop al consumo di territorio, a fronte di una riqualificazione sostenibile dell’esistente e a una diffusa rinaturalizzazione della città.
Abbiamo scherzato?