Sempre più raramente, ma a volte succede. Parto da un evento personale, necessario per raccontare il fatto. Sono diventato nonno di Margherita, nata presso il reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale Infermi della città di Rimini. In tutta onestà, ero piuttosto preoccupato, ho scritto diversi articoli sulla Sanità pubblica, martoriata da anni di drastici e sconsiderati tagli dei finanziamenti, risibili adeguamenti all’inflazione, preoccupante ampliamento del privato convenzionato, imprevidente carenza di personale. Oggi però, racconterò l’eccellenza, non tanto sulle capacità mediche, non ne avrei le competenze, ma sulla gestione di un luogo di cura. Entrando nel reparto deputato alle nascite dell’ospedale Infermi di Rimini, mi hanno inizialmente colpito due circostanze, solitamente inusuali. La prima. La totale carenza di degrado, nessun muro scrostato, poltrone rotte, ascensori non funzionanti, armadietti obsoleti, sedie dondolanti, biancheria consunta, ecc.. La seconda. La pulizia, quasi maniacale. Per un attimo, ho pensato ad una succursale di un Ospedale privato Svizzero, dove solo l’entrata costa migliaia di euro. Stupito, mi sono seduto in sala d’attesa ad osservare, stordito da un silenzio assordante, intervallato dai teneri pianti dei bimbi in cerca del seno materno. Eluso l’iniziale torpore, ho cercato con malizia di rilevare qualche negatività, ho prestato attenzione ai movimenti, alle situazioni, alle richieste, che inevitabilmente affiorano e si susseguono in ogni reparto di qualsiasi ospedale. In tutta onestà, ho rilevato prevalentemente pazienza e disponibilità, un luogo di cura quasi idilliaco, sicuramente auspicabile. Ho assaporato una gentilezza ormai fuori tempo, priva di accidia, coniugata ad una sensibilità che travalica il dovere contrattuale. Unica modesta negatività: molte persone entrano senza autorizzazione, soprattutto nei giorni festivi e prefestivi, siamo italiani, troppo spesso, per noi le regole sono fastidiosi orpelli, ma i neonati hanno diritto al rispetto. Riassumendo, ho visto un’Italia che finalmente funziona, un’Italia che lavora in un disagio che non dimostra, un’Italia attenta che ama il proprio lavoro, un’Italia gentile e disponibile, anche nei confronti di chi non lo meriterebbe. Un’Italia sognata e da sognare. Ben arrivata Margherita, mi auguro con conscia utopia, che il Vostro futuro e quello del nostro Paese sia altrettanto positivo. Di certo, nascendo avete trovato una piccola parte dell’Italia migliore.
CARLO ALBERTO PARI