Commercialista a processo, famiglia di albergatori denuncia onorario da capogiro
Appropriazione indebita aggravata. E’ questo il reato contestato ad un commercialista riminese di 58 anni, difeso dall’avvocato Piero venturi, a processo davanti al tribunale monocratico di Rimini dopo la denuncia presentata contro di lui da una nota famiglia di albergatori della città, che per 20 anni si è rivolta al professionista per adempiere le varie pratiche fiscali e contabili riguardanti non solo gli hotel di sua proprietà, ma anche appartamenti e altre attività economiche. Un rapporto di fiducia che si è rotto quando i suoi ormai ex clienti lo hanno accusato di essersi intascato una cifra considerevole, circa 150mila euro, senza giustificato motivo. Da qui la denuncia nei confronti del commercialista e l’apertura di un fascicolo in Procura con tanto di indagini condotte dalla Guardia di finanza.
Gli anni finiti sotto la lente di ingrandimento dell’accusa sono quelli compresi tra il 2017 e il 2019. Periodo nel quale, secondo la Procura, il professionista avrebbe indotto la famiglia di imprenditori ad effettuare una serie di versamenti direttamente sul suo conto corrente per un totale, appunto, di 150mila euro. Gli imprenditori ritengono di essere stati tratti in errore dal commercialista e lo accusano di averli spinti ad effettuare quei versamenti adducendo come motivazione il pagamento di tasse, imposte e contributi, quando in realtà avrebbe trattenuto per sé quelle somme come ‘onorario’ per il proprio operato.
Opposta la versione del commercialista, che sostiene di aver sempre agito in buona fede e con la massima trasparenza. Quei 150mila euro, infatti, sarebbero giustificati dal lavoro prestato nei 3 anni in esame, che ha riguardato non solo la semplice presentazione delle dichiarazioni dei redditi, ma anche il compimento di pratiche ben più complesse per ognuna delle attività in capo alla famiglia di albergatori. Il pagamento delle imposte, inoltre – sostiene il commercialista -, sarebbe sempre avvenuto regolarmente tramite F24. Per l’accusa, però, i conti non tornano e nei confronti dell’imputato è stata chiesta una condanna a 3 anni. La sentenza è attesa nel nuovo anno.