Una protesta pacifica e molto partecipata, circa 300 gli studenti fuori dai cancelli del liceo Serpieri nel polo scolastico di Viserba, per contestare la gestione della sicurezza a scuola, alcune scelte disciplinari da parte della dirigenza scolastica e una disorganizzazione per progetti e gite che rischierebbero di non partire. Tra le lamentele più frequenti anche la mancanza di un confronto costruttivo con la dirigenza, che avrebbe causato un clima di disagio diffuso. Motivazioni, fanno sapere gli studenti, condivise anche da diversi professori.
E’ una volta terminato lo sciopero (che ha riguardato solo la prima ora), che è stato richiesto l’intervento di una pattuglia dei carabinieri, perché – come spiegano alcuni ragazzi – uno studente di 16 anni era stato accompagnato da due professore in presidenza e lì ‘trattenuto’ per per più di un’ora, anche oltre la fine dell’orario scolastico. Un confronto reso necessario poiché lo studente aveva letto al megafono, fuori dalla scuola, il messaggio di una professoressa in una chat scolastica con l’invito a non prendere parte ad uno sciopero che avrebbe danneggiato oltremodo l’immagine dell’istituto, sollecitando altre forme di dialogo.
A chiamare le forze dell’ordine, poi, sarebbe stato un altro professore, a riprova del clima teso all’interno della scuola. “Avrei voluto essere avvisata dalla dirigente – ha spiegato la mamma del minore – un confronto in quei termini non è né costruttivo né educativo. Mio figlio ha semplicemente chiesto di poter chiarirsi con una docente, docente che alla fine ha perso le staffe portandolo dalla preside”. Il genitore si è riservato la decisione di sporgere querela per quanto accaduto. Altrettanto farà la preside, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali ma, ha fatto sapere, “relazionerà dell’accaduto l’ufficio scolastico”.