Tra le principali strategie per coinvolgere gli utenti vi sono le uscite settimanali delle Unità di Strada, progettate per incontrare e mappare la realtà dei senzatetto direttamente sul territorio, nonché il servizio drop-in, accessibile senza prenotazione, dove viene offerta un’assistenza di primo contatto che mira a instaurare un dialogo basato sulla fiducia. Queste iniziative non solo mirano a superare le barriere di diffidenza, ma utilizzano la comunicazione e il passaparola tra le persone senza tetto come strumenti essenziali per consolidare un legame con i servizi offerti e stimolare la partecipazione attiva. Le persone assistite troveranno in questi spazi servizi base come docce e lavanderia, nonché percorsi di reinserimento sociale che si basano sull’ascolto e sull’autodeterminazione, grazie ad esempio a un percorso di orientamento legale e alle
Centro di Servizi in via De Warthema, la gestione affidata a Rumori Sinistri ODV
Siamo alla vigilia dell’apertura delle porte del Centro di Servizi di via De Warthema, la nuova struttura riminese nata nel contesto del PNRR con l’obiettivo di offrire supporto a persone in situazione di grave marginalità sociale. In questi giorni, infatti, si è concluso l’iter che ha portato all’affidamento della gestione del progetto all’associazione Rumori Sinistri ODV, capofila di una rete composta da enti del terzo settore e associazioni locali, tra cui APG23, Caritas, Croce Rossa – Comitato di Rimini, Papa Giovanni XXIII, Federconsumatori Rimini APS, Mondo donna Onlus, Cooperativa sociale Madonna della Carità. Questa rete lavorerà a stretto contatto per creare un tessuto di sostegno che possa rispondere in modo efficace alle esigenze delle persone più economicamente in difficoltà, senza fissa dimora e con problematiche sociali complesse, puntando alla loro inclusione e al miglioramento delle loro condizioni di vita, grazie anche alla sinergia dell’Ausl Romagna con il Centro della Salute mentale e Dipendenze patologiche ad offrire assistenza.
Uno degli elementi di rilievo è lo Sportello ‘Homeless Rights’, pensato per fornire consulenze personalizzate e un supporto capace di facilitare l’integrazione e garantire un accesso efficiente ai servizi di salute mentale e sanitari. Un altro aspetto distintivo della struttura è la presenza di spazi dedicati alla socializzazione, come la sala polivalente, che si candida a diventare il centro nevralgico per lo svolgimento di attività educative, incontri formativi e iniziative culturali, oltre all’accesso ai servizi sociosanitari. Tutte queste attività sono progettate con l’intento non solo di offrire momenti di apprendimento e aggregazione, ma anche di rafforzare il legame tra gli utenti del Centro e la comunità locale.
Attraverso la collaborazione con associazioni del quartiere e altre realtà del territorio, si prevede infatti l’organizzazione di eventi, corsi di lingua, cineforum e laboratori che mirano a coinvolgere anche i cittadini, trasformando il Centro in un vero e proprio punto di riferimento per la città. Una particolare attenzione verrà dedicata anche alle donne vittime di violenza di genere, che troveranno un punto di ascolto specifico gestito da professionisti esperti dove condividere le proprie esperienze, ricevere supporto qualificato e avviare percorsi di uscita dalla violenza e reinserimento sociale.
“Questa struttura è un esempio all’avanguardia di collaborazione – dice l’assessore alla protezione sociale Kristian Gianfreda – in cui enti e associazioni si riuniscono attorno a un ‘tavolo comune’ per dare vita a una risposta socio-sanitaria coordinata e integrata, dove ciascuno porta competenze preziose. Il progetto è il frutto di un percorso partecipativo che ha coinvolto non solo il terzo settore, ma anche la cittadinanza, con l’obiettivo di assicurare che le iniziative per le persone senza fissa dimora siano armonizzate con la vita della comunità. Grazie alla partnership con l’AUSL e i servizi socio-sanitari, nonché di tutta la rete delle realtà coinvolte, puntiamo a ‘togliere’ quante più persone possibile dalla strada e ad accompagnarle in un percorso di reinserimento sociale, allo scopo di riscrivere assieme un futuro migliore e più dignitoso per tutti. Un lavoro di squadra eccezionale, una sinergia che incarna un modello di intervento destinato a fare la differenza”.