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Carabinieri e contrasto alla violenza. Aumentano i casi ma anche il coraggio di denunciare

il Comando di Rimini

In occasione del 25 novembre “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” istituita nel 1999 dalle Nazioni Unite, l’Arma dei Carabinieri ha organizzato una campagna di comunicazione e responsabilizzazione. L’Istituzione è quotidianamente in prima linea nella lotta alla violenza contro le donne e anche quest’anno il Comando Provinciale Carabinieri di Rimini ha aderito alla campagna transnazionale “Orange the World”, con la simbolica illuminazione in arancione di quelle caserme della provincia dove è stata realizzata, in collaborazione con il Soroptimst International – Club di Rimini, la “Stanza tutta per sé”, un luogo riservato alle audizioni delle donne vittime di violenze, pensato per infondere un senso di protezione e rassicurazione.

Il Comando Provinciale di Rimini, in tutte le sue articolazioni dipendenti, nel 2023 e nei primi dieci mesi dell’anno in corso ha dedicato particolare impegno contro questi crimini, prestando particolare attenzione ai cosiddetti “reati spia”, ovvero a quei delitti come gli atti persecutori, i maltrattamenti contro familiari e conviventi e le violenze sessuali, spesso precursori di epiloghi tragici e fatali per le vittime.

Nel 2023 i delitti perseguiti dall’Arma con riferimento al Codice Rosso sono stati 125 rispetto ai 195 dei primi dieci mesi dell’anno in corso, confermando una maggiore consapevolezza da parte delle vittime di violenza che si traduce anche in un accresciuto coraggio di denunciare ciò che subiscono.

Sul piano investigativo-repressivo, l’attività di contrasto condotta dall’Arma nella provincia, è risultata particolarmente significativa: lo scorso anno sono state tratte in arresto 72 persone rispetto alle 43 del 2022. Nei primi dieci mesi del 2024 gli arresti sono stati 72.

L’Arma conferma il proprio contributo nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno, ben consapevole delle difficoltà di intercettare in anticipo i singoli episodi delittuosi, tenendo conto che si manifestano nella loro gravità e vengono denunciati dopo molto tempo rispetto all’inizio delle condotte vessatorie, in una fase già critica per l’integrità fisica e la sicurezza delle vittime.

Quello della violenza di genere è un grave fenomeno di natura culturale e sociale, ricordano l’Arma riminese, contro il quale le sole misure restrittive non bastano, dovendosi, invece, ritenere imprescindibile un processo evolutivo della componente antropologica che vada di pari passo con il mutevole e rapido cambiamento della società.

In sinergia con le Amministrazioni comunali del territorio, sono stati organizzati corsi introduttivi alla difesa personale rivolti alle donne, con l’intervento di istruttori specializzati anche dell’Arma dei Carabinieri e con l’obiettivo di potenziare la loro consapevolezza ed acquisire una maggior sicurezza personale, sia attraverso la conoscenza degli elementi giuridici relativi alla tematica che l’apprendimento di alcune tecniche base di difesa volte alla prevenzione ed al disimpegno contro le forme di aggressione più ricorrenti.

Sul sito www.carabinieri.it, è stata dedicata un’intera sezione al “codice rosso”, che offre informazioni sul fenomeno e sugli strumenti di tutela delle vittime, mettendo a disposizione un test di autovalutazione, elaborato dal Reparto Analisi Criminologiche del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, denominato “Violenzametro”, che rileva il livello di violenza subita in un rapporto di coppia (http://www.carabinieri.it/in-vostro-aiuto/consigli/codice-rosso/codice-rosso).

Inoltre, già dal 2019, è stata avviata in provincia di Napoli la sperimentazione del sistema “Mobile Angel”, sviluppato con la società “Intellitronika” grazie al sostegno delle associazioni “Soroptimist International Italia” e “Woman Care Trust”, impegnate nella tutela delle vittime di stalking, e delle Fondazioni “Vodafone Italia” e “Lottomatica”, che perseguono finalità di assistenza alle categorie sociali vulnerabili. Il progetto, oggi esteso alle province di Roma, Milano e Torino d’intesa con le rispettive Procure della Repubblica, prevede la consegna alle vittime di violenza di genere di un dispositivo di allarme integrato in uno “smartwatch”, connesso con la rete telefonica. Una “App” dedicata consente, in caso di necessità, di inviare richieste d’intervento alla Centrale Operativa dell’Arma. L’utilizzo di questi dispositivi ha dato positivi riscontri in ragione sia dell’accresciuta percezione di sicurezza da parte delle vittime, consapevoli di poter contare su interventi tempestivi a fronte di situazioni di emergenza, sia dell’accertata funzione di deterrenza svolta dagli apparati.

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