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Cadavere nell’Uso, la vittima uccisa a mani nude

il recupero del cadavere (foto migliorini)

E’ stato ucciso a mani nude, Abderrahman Hamdane, preso il collo forse con una corda o con un laccio e poi pestato a sangue da una o più persone. Si spiegherebbero così i segni sul collo e le lesioni interne individuate nel corso dell’autopsia. Resta poi da capire se chi l’ha aggredito abbia gettato il corpo nel fiume Uso (anche se non risulterebbero tracce di trascinamento lungo le sponde) o se, invece, il 48enne marocchino sia caduto e finito in acqua in un momento successivo perché colpito da malore causato dai colpi ricevuti. Tutti aspetti sotto la lente d’ingrandimento dei militari del Nucleo investigativo dei carabinieri di Rimini, che stanno indagando anche sul possibile movente, che al momento non c’è.

Hamdane era arrivato in Italia da appena 20 giorni e aveva raggiunto i fratelli e la sorella della moglie che vivono in una casa di campagna, a Bellaria Igea Marina, situata a 300 metri dal luogo del ritrovamento del cadavere, in via Cassandra. “Tutte brave persone, ben integrate, gran lavoratori”, ci dicono quelli che li conoscono. Il cognato era loro ospite e avrebbe vissuto insieme a loro durante tutto il periodo lavorativo. L’uomo, infatti, lunedì scorso avrebbe dovuto firmare un regolare contratto come bracciante agricolo. Essendo arrivato da poco sul territorio, non aveva avuto il tempo di stringere rapporti. Difficile, quindi, pensare che conoscesse chi l’ha ucciso. Allo stato attuale non viene esclusa nessuna pista. Sentiti dai carabinieri nei giorni scorsi sia familiari sia il futuro datore di lavoro della vittima. In casi come questo anche il particolare più insignificante potrebbe rivelarsi prezioso.

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