Dopo la vittoria nel derby con Pesaro, la Rivierabanca Rimini non ha tempo per adagiarsi sugli allori: mercoledì 13 novembre, alle 21, il Flaminio farà infatti da palcoscenico per l’ennesima infrasettimanale, nella quale i biancorossi dovranno vedersela con la neopromossa Avellino Basket.
La squadra campana, che non è erede della storica Scandone vista a più riprese sui parquet di Serie A1, arriva all’incontro forte della vittoria casalinga dell’ultimo turno, in cui i biancoverdi hanno superato Livorno 84-68. La squadra di Alessandro Crotti ha allestito un roster competitivo, ed infatti è saldamente parte del gruppo di metà classifica, con 8 punti in compagnia di formazioni più accreditate come Bologna e Orzinuovi.
La regia è affidata principalmente ad Antonino Sabatino, giocatore esperto della Serie A2, rapido e capace di dare ritmo alla squadra, soprattutto quando può giocare in campo aperto. Al suo fianco c’è Federico Mussini, uomo chiave del quintetto di coach Crotti: l’esterno reggiano, che ha esperienza anche al piano superiore, in Europa e al college, è il giocatore più rappresentativo della formazione irpina; guardia da quasi 16 punti a partita, è uno dei migliori italiani del campionato e dalle sue mani passano molte delle azioni offensive della sua squadra (con quasi 12 tiri a partita, la metà dei quali dall’arco, Mussini è il top scorer dei biancoverdi). La coppia di Usa è composta dalle ali Jaren Lewis, che può giocare tanto da tre quanto da quattro, e Marcellus Earlington, lungo amante del post capace di farsi spazio anche sotto le plance (oltre 15 punti e 7 rimbalzi di media); entrambi gli stranieri a disposizione di Avellino sono giocatori duttili, che possono ricoprire più ruoli, molto pericolosi sia in uno contro uno che in velocità. Al centro gioca una vecchia conoscenza di Rimini, quel Matias Bortolin arrivato nel Bel Paese proprio nella città di Fellini; l’italoargentino è un giocatore interno (71% da 2), con mani educate (91% ai liberi), capace di leggere molto bene le situazioni di gioco e di far valere la sua stazza (208 cm per 100 kg).
Dalla panchina si alza un altro italoargentino, il play Lucas Maglietti, che permette a coach Crotti di mantenere alto il ritmo anche quando scende in campo la second unit; il cambio della guardia è Mikk Jurkatamm, estone di formazione italiana, tornato in A2 dopo un triennio speso tra la massima serie del suo paese natale e quella italiana (a Treviso): tiratore affidabile, Jurkatamm non disdegna di aiutare anche a rimbalzo e nella creazione di gioco (3,4 rimbalzi e 2,1 assist). Sono ali duttili anche Armando Verazzo, l’anno scorso tra i protagonisti della promozione di Avellino, e Riccardo Chinellato, anch’egli reduce della passata, positiva stagione: entrambi possono rendersi pericolosi tanto dentro quanto fuori dalla linea dei 6,75, con Chinellato a sfruttare i suoi 198 cm per raccogliere oltre 3 rimbalzi ad uscita e Verazzo che, invece, ama giocare più esterno. Il cambio del centro è Aleksa Nikolic, giocatore prettamente interno che con 205 cm è pronto a dare battaglia ai lunghi avversari nel pitturato.
Avellino è una squadra che ama giocare a ritmi alti ed ha a disposizione i giocatori giusti per farlo. I biancoverdi sono molto pericolosi nei primissimi secondi dell’azione, sia giocando i drag, ovvero i pick and roll in transizione, che cercando i tiratori fuori dall’arco o costruendo situazioni di gioco in post. In difesa, il compito principale della Rivierabanca sarà quindi quello di non concedere canestri facili agli irpini, partendo dalla costruzione di un attacco equilibrato per poter essere pronta già nei primi secondi delle azioni difensive, limitando Avellino nei propri punti di forza tattici.
La difesa campana tende a riempire l’area ed a portare verso il canestro il gioco avversario, utilizzando il centro Bortolin per coprire il canestro ed esercitando una forte pressione sui palleggiatori altrui: l’attacco riminese dovrà quindi essere attento non solo a costruire buoni tiri ma anche a non subire la pressione degli irpini, evitando palleggi inutili e muovendo sia il pallone che i giocatori senza possesso, in modo tale da spostare la retroguardia biancoverde ed impedirle di collassare nel pitturato.