A Saludecio tre giorni dedicati al Santo Amato Ronconi
Tutto pronto a Saludecio per una tre giorni in cui si festeggerà il decimo anno della canonizzazione di Amato Ronconi, primo santo della Diocesi di Rimini. Amato è un francescano che si è speso tutto per Dio e per la sua gente, soprattutto per i poveri, gli abbandonati e gli ammalati per i quali ha costruito un Hospitale, che è oggi una casa di riposo. Amato è patrono e protettore del Comune di Saludecio e della Valconca ed è una figura emblematica anche per la società attuale. Ma è stato soprattutto un uomo a cui Dio ha allargato lo sguardo e un agricoltore che si è messo in viaggio più volte per tornare a lavorare la terra della sua comunità con maggiore sollecitudine e coraggio, a vantaggio dei più bisognosi.
Il 22, 23 e 24 novembre ci sarà una ricca proposta culturale, costruita attorno alla funzione religiosa che sarà presieduta sabato 23, alle 18, dal Vescovo di Rimini Nicolò Anselmi. “Questa condivisione credo sia il primo segno della presenza viva di Sant’Amato. – afferma l’assessore alla Cultura Katja Del Baldo – Siamo grati alla Curia per potere diffondere la figura del Santo, dal 18 al 29 novembre, con una piccola mostra nella Chiesa Cattedrale”. L’evento si intitola “Santo Amato pellegrino di speranza”, proprio per lanciare un ponte verso l’imminente giubileo e per promuovere il turismo religioso anche al di fuori del confine diocesano. Saranno aperti a Saludecio la Chiesa dei Gerolomini e il Museo di Arte Sacra. Tra le persone che interverranno ci saranno anche lo storico Piergiorgio Pasini, il vescovo emerito Francesco Lambiasi, funzionario della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini Marco Musmeci, Padre Ferdinando Campana dell’Istituto Teologico Marchigiano di Ancona, don Tarcisio Giungi e don Giovanni Tonelli.
La manifestazione vedrà anche esibizioni artistiche e musicali. Venerdì 22 novembre in tarda serata si esibirà nella sala polivalente della Biblioteca “Modesti” il mezzosoprano Daniela Bertozzi che interpreterà l’Inno al Santo Amato. Mentre sabato 23 novembre nella Chiesa di San Biagio alle ore 21 verrà messa in scena l’opera lirica “I Dimenticati”, che è inspirata alle parole di Papa Francesco, ancora più attuali in prossimità dell’inizio del Giubileo 2025, e alle teorie del professor Mohamed Yunus, premio Nobel per la Pace e primo ministro del Bangladesh. L’opera è stata composta dal maestro Stefano Bartolucci sul libretto dalla direttrice artistica dello Yunus Social Business Centre dell’Università di Urbino Carlo Bo e soprano interprete nell’opera del ruolo della “Guerriera” Felicia Bongiovanni e dalla direttrice scientifica dello YSBC Urbino Elisabetta Righini. Tra i cantanti si esibiranno anche nel ruolo de l’ “Uomo di Dio” il tenore Xin Yan, in quello de “Il Sapiente” il baritono Davide Bartolucci e nel ruolo de “L’astronauta” il tenore Paolo Gabellini. L’opera sarà eseguita dall’orchestra sinfonica Raffaello di Pesaro diretta dal maestro Stefano Bartolucci e dal Coro “I Cantori della Città Futura” diretto da G. Del Chierico. “L’arte e la Cultura possono raggiungere un numero assai ampio di persone e presentare anche temi tradizionalmente considerati difficili ed ostici, rendendoli più semplici e comprensibili a tutti. L’arte, infatti, rappresenta un linguaggio universale, suggestivo, evocativo, in grado di parlare a ciascuno di noi”, lo ha dichiarato Felicia Bongiovanni. “La Cultura in quest’opera è vista come motore di sviluppo economico e sociale, non solo come strumento di divulgazione e intrattenimento, ma come vero e proprio elemento determinante per uno sviluppo economico sostenibile attraverso l’arte e la creatività, e quale strumento per l’umanizzazione dell’economia, così necessaria in questi tempi di ricerca del mero profitto e di individualismo sfrenato”, ha precisato Elisabetta Righini. Domenica 24 alle ore 16 presso la chiesa dei Gerolomini è in programma la presentazione del volume “Un angelo venuto dal Sud”, che vuole ricordare la personalità di Suor Clementina, cara al territorio e alla Fondazione Amato Ronconi. Un invito a tutti a partecipare e a mettersi in viaggio per costruire un’umanità nuova, dalle convinzioni ecologiche e solidali più mature.